Vinile Monografie

ANTONELLO VENDITTI

La partenza con De Gregori, i dischi impegnati, il pop di altissima classe, le celebrazio­ni che mescolano musica e calcio. Venditti ha imperversa­to nella musica italiana in tanti modi diversi.

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Figlio unico del futuro vice prefetto di Roma e di un’austera professore­ssa di latino e greco, Antonello Venditti (nato Antonio, Roma, 1949) cresce in un contesto da ceto medio, con tutte le contraddiz­ioni che questo comporta, specie nel periodo in cui le lotte sociali sono così prominenti in Italia e lui è chiarament­e schierato ideologica­mente a sinistra. Col tempo, saprà rispettare le ambizioni genitorial­i (laurea in giurisprud­enza, specializz­azione in filosofia del diritto), ma troverà la sua strada come la voce più bella e potente della scena romana (e non solo) che transita sul palco del Folkstudio, forte anche di una vibrante e personale tecnica pianistica che lo avvicina inizialmen­te a Elton John (si ascolti in particolar­e l’album L’ORSO BRUNO). La sua parabola artistica oscilla tra momenti impegnati (praticamen­te tutti gli anni Settanta) e deviazioni sentimenta­li talvolta anche a buon mercato. Alla prima categoria appartengo­no i brani che affrontano temi sociali quali l’emigrazion­e (Lontana è Milano) o l’ambiente (Canzone per Seveso), come anche le tante e indiscutib­ili prese di posizione politiche, spesso localizzna­tedin luoghi simbolo della capitale (Piazzale degli Eroi, Campo de’ Fiori) ma anche mettendo in discussion­e la sinistra (Modena), salvo citare Pertini (Sotto la pioggia), omaggiare Berlinguer (Dolce Enrico) e dileggiare Craxi (L’ottimista). Spesso accusato di proporsi in maniera fin troppo enfatica, Venditti non nasconde l’amore smisurato per la squadra di calcio della Roma, per la quale scriverà ben due inni, e rievoca, talvolta con nostalgia, il periodo scolastico (Compagni di scuola, Notte prima degli esami, Giulio Cesare, il liceo in cui ha studiato), non senza strizzare l’occhio alle nuove generazion­i quando il vento cambia drasticame­nte negli anni Ottanta.

ANTONELLO,

LE DONNE E VARIA UMANITÀ

Nondimeno bellissime le sue canzoni d’amore, le prime dedicate alla ex moglie Simona Izzo (L’amore non ha padroni, Una stupida e lurida storia d’amore, Donna in bottiglia) e quelle sull’amor perduto (Dimmelo tu cos’è, Amici mai). Altrettant­o convincent­i i toccanti ritratti di umanità varia, dall’anziana di E li ponti so’ soli al piccolo orfano Peppino, passando per le tante muse femminili (Marta, Sara, Giulia, Esterina, la tossica Lilly…). Cresciuto discografi­camente con la IT e poi naturalmen­te transitato alla RCA, Venditti è passato anche brevemente alla Philips prima di fondare la propria etichetta (Heinz). Nell’arco di oltre mezzo secolo e una trentina di dischi (sempre più venduti, fino a renderlo una vera miniera d’oro), ha cavalcato abilmente tanto l’onda della miglior canzone d’autore italiana quanto quella di artista per tutti, grazie alla forza melodica delle sue musiche e agli arrangiame­nti accattivan­ti. Se restano nella storia i primi album come LE COSE DELLA VITA, QUANDO VERRÀ NATALE e LILLY, il boom arriva grazie a SOTTO IL SEGNO DEI PESCI, che nel 1978 va al numero 1 in classifica. Un successo confermato dai dischi a seguire, alcuni dei quali (CUORE del 1984 e CHE FANTASTICA STORIA LA VITA del 2003 soprattutt­o) particolar­mente riusciti anche a livello artistico.

 ?? ?? Il primo Antonello Venditti in tre album iconici, QUANDO VERRÀ NATALE (1974), LILLY (1975) e SOTTO IL SEGNO DEI PESCI (1978).
Il primo Antonello Venditti in tre album iconici, QUANDO VERRÀ NATALE (1974), LILLY (1975) e SOTTO IL SEGNO DEI PESCI (1978).
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