Patatine fritte surgelate: insidie e come risolverle
Fate parte di quel numero di persone che, per praticità, invece di friggere le patate fresche, preferisce quelle pronte surgelate che cuociono in pochi minuti? Queste righe sono dedicate a voi.
LA CHIMICA CHE NON TI ASPETTI Avete mai letto l’etichetta? In linea teorica, come ingredienti dovreste avere patate, olio e sale perché si tratta di un prodotto prefritto, ma non è raro trovare additivi come destrosio, E451i, estratto di lievito, stabilizzanti e antiossidanti. In questo caso, le patate una volta fritte assomiglieranno per sapidità e croccantezza a quelle del fast food. La presenza del destrosio (zucchero), utilizzato per mantenere la consistenza e favorire la doratura, alza ulteriormente l’indice glicemico, rendendole ancor più “nemiche” di linea e salute. Se avete bambini o dovete fare i conti con l’osteoporosi, state alla larga da quelle che riportano l’additivo E451: sono fosfati che “sequestrano” il calcio nell’organismo.
DOPPIA FRITTURA Prima della surgelazione le patatine sono prefritte, al fine di accorciare i tempi con la frittura casalinga. Di fatto, questo è cibo consumato dopo due fritture: così si altera la componente nutrizionale della materia prima e si concentra più acrilammide, la sostanza potenzialmente cancerogena che si forma dopo i 120 gradi.
MEGLIO AL FORNO Per ridurre l’impatto sulla salute, le patatine si possono cuocere al forno, non tanto per evitare l’olio (che non c’entra nulla con l’acrilammide) ma per impiegare un calore più moderato. Anche la friggitrice ad aria può essere una soluzione, a patto di moderare la temperatura (il flusso di aria può raggiungere i 200 gradi).