Il collegio
I protagonisti commentano il reality
Alessandro Carnevale è la rivelazione della terza stagione di “Il collegio”, il reality di Raidue che proietta i ragazzi di oggi in una rigida scuola del passato. Nei panni del professore di educazione artistica, Carnevale ha portato a galla le emozioni dei ragazzi. La sua missione è trovare in loro il desiderio di esprimersi. «I bambini, prima di diventare adulti, sono tutti artisti» dice.
Professor Carnevale, lei ci ha fatto commuovere tanto.
«È una cosa bella, sa? Molti hanno capito che l’arte per me non è una materia da subire, ma da vivere».
Lei è così profondo anche nella vita reale?
«Non è facile essere sempre intensi in un mondo competitivo come l’arte».
Nella vita “normale” cosa fa?
«Mi sveglio presto e nel mio laboratorio creo opere su materiali insoliti come ferro, alluminio e acciaio».
Da piccolo cosa voleva fare?
«L’astronauta o lo scienziato. Mi affascinava l’ignoto. Durante il periodo del liceo artistico ho studiato batteria per diventare professionista».
Che alunno è stato?
«Un ottimo studente, parecchio antipatico ai professori però. Ero un ribelle e facevo fatica a gestire l’autorità. Pensi lei dove sono finito!».
Cosa l’ha emozionata di più?
«La lezione serale con le lanterne, in cui i ragazzi hanno raccontato i loro sogni nel cassetto. Non si è visto tutto, ma quel momento è durato due ore e io avevo la voce rotta dall’emozione».
Cosa l’ha divertita di più, invece?
«Vedere le puntate, perché ho scoperto alcune qualità dei ragazzi che da professore non avevo compreso».
L’arte è sempre stata la sua materia più amata?
«Da ragazzino ero affascinato dalla fisica. Avevo dei problemi con la matematica, ma amavo le formule della gravitazione universale».
In “Il collegio” di quale professore sarebbe stato volentieri alunno?
«Mi cattura il carisma del professore di italiano Maggi, le divertenti lezioni di Raina e la simpatia della Petolicchio. Come faccio a scegliere?».
Cosa pensa delle gemelle Fazzini?
«Sono le classiche studentesse che mascherano le loro fragilità ostentando sicurezza. Come molti loro coetanei mostrano il contrario di quello che sono».
Cos’è per lei una regola?
«Una necessità».
Qual è la regola più difficile da far rispettare al collegio?
«Il rispetto del cibo e la compostezza nel mangiarlo».
Qual è l’insegnamento più grande che ha dato?
«Ho cercato di far capire che esiste l’intelligenza delle nozioni ma anche quella emotiva, che è importante da coltivare. Anche più dell’altra».
Qual è la cosa che ha imparato dai ragazzi?
«Che siamo tutti grandi interpreti di noi stessi e quando ci lasciamo andare possiamo toccare corde che rivelano parti di noi inaspettate».