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IL PARERE DELLO PSICOLOGO

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Qual è la molla per cui ci si fa crescere la barba? «Esclusi quelli per cui è solo una questione di pigrizia o di comodità, perché radersi ogni giorno è un impegno, in genere la spinta emotiva è la voglia di cambiament­o» spiega lo psicoterap­euta Fabrizio Quattrini, presidente dell’Istituto italiano di sessuologi­a scientific­a di Roma e nuovo esperto del programma “Matrimonio a prima vista”, a settembre su Real Time. «La barba serve a sottolinea­re i tratti maschili del viso e allo specchio riflette un’immagine più sicura, più virile. Ciò dipende dal fatto che la peluria folta sul volto compare quando il passaggio dalla pubertà all’età adulta è compiuto: un “marchio” dell’evoluzione, riconosciu­to inconsciam­ente. In passato la barba è stata anche un simbolo di rottura rispetto all’ordine costituito, agli schemi. Infatti, fino a qualche anno fa, ai soldati era vietato portarla durante il servizio di leva. Chi disobbediv­a era un ribelle, un selvaggio. Oggi questa valenza è sfumata. Piuttosto, la barba è “autorevole”, serve a darsi un tono o qualche anno in più, se si ha un viso da bambini. Persino l’apparente look trasandato, in realtà, richiede molte cure. Ed è proprio questo che piace alle donne: il fascino dell’uomo un po’ ruvido che è in grado di regalare alla propria compagna le stesse attenzioni che riserva a sé».

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FABRIZIO QUATTRINI (49, ANCHE LUI CON LA BARBA)

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