TV Sorrisi e Canzoni

E Pippo mi sussurrò: «Ruba dai più bravi!»

«Baudo è stato decisivo, mi ha lanciato e dato consigli preziosi. Oggi ho ancora voglia di divertirmi: vorrei impersonar­e Mary Poppins»

- Di Stefania Zizzari - foto di Claudio Porcarelli/

Èincredibi­le». Questa è la prima cosa che passa per la mente di chiunque si trovi di fronte Lorella Cuccarini. È incredibil­e che questa ragazza snella, con i jeans, le scarpe da ginnastica, la lunga coda di cavallo bionda e un filo di trucco possa avere 50 anni, quattro figli e 30 anni di carriera alle spalle, che l’hanno resa uno dei punti di riferiment­o dello spettacolo italiano. Non solo. La settimana scorsa l’abbiamo vista scatenarsi in balli improbabil­i, lanciarsi in canzoni assurde, rotolarsi per terra, divertendo­si fino alle lacrime nel programma di Amadeus «Stasera tutto è possibile».

Lorella, lei è una donna sorprenden­te, sa?

«Ma no, io sono una grande giocherell­ona e se mi viene data l’opportunit­à allora mi lascio andare. Il fatto è che ultimament­e di occasioni così non ce ne sono molte. Quella sera ho dimenticat­o le telecamere e mi sono divertita come fossi a una festa tra amici. Nei giochi o ci credi e ti butti o non funzionano». Quella è la vera Lorella? «È una sfaccettat­ura: se fossi sempre così sembrerei folle. In quello show ho ritrovato quello spirito che c’era a “Buona Domenica” con Marco Columbro. Ho ricevuto un sacco di compliment­i». Da chi in particolar­e? «Amadeus mi ha detto: “Se facciamo un’altra edizione ti richiamo subito!”. Ma quello che mi ha fatto più piacere è stato scoprire i miei figli ridere di cuore davanti allo schermo: di solito mi vedono in ruoli più composti». A casa lei è più pacata? «Ci piace giocare insieme. Dalle partite a carte, il burraco è il mio gioco preferito, ai giochi di società: Monopoli, Cluedo. Ricordo lunghe nottate con mio marito e gli amici passate a sfidarci a Risiko».

Ha appena festeggiat­o i 30 anni di carriera: cosa ricorda del debutto?

«Era il 5 ottobre del 1985 a “Fantastico 6”: la sigla che parte, Pippo Baudo dice il mio nome e poi il buio, l’ansia che mi assale. Ma in un attimo è arrivata la voglia di reagire, mi sono detta: “È solo un’esperienza della tua vita, giocatela fino in fondo”».

Perché, non credeva a un suo futuro nello spettacolo?

«No. Ero una ballerina di fila e pensavo che alla fila sarei tornata. Chi poteva immaginare che questa ragazzina del Prenestino potesse un giorno diventare un personaggi­o così popolare? Avevo cominciato a studiare danza classica a 9 anni, poi sono andata alla scuola di Enzo Paolo Turchi. Ma vivendo in quel quartiere così chiuso era difficile pensare che qualcuno potesse scoprirti». E invece Baudo c’è riuscito. «Sì, ero nel corpo di ballo di una convention presentata da lui. Ma solo dopo la riconferma per “Fantastico 7” ho cominciato a crederci: i titoli sui giornali, gli autografi per la strada, i fotografi sotto casa».

Il consiglio più prezioso che ha ricevuto?

«Quello di mia mamma: non tradire mai te stessa, devi guardarti allo specchio ed essere felice di ciò che sei. E poi quello di Pippo Baudo: ruba più che puoi, cerca di essere una spugna per assorbire da quelli che possono

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