Carlo Conti ce l’ha con me
E anche quest’anno, niente da fare. Pensavo di essermi «lavorato» a dovere il mio amico Carlo Conti: telefonate di complimenti, messaggini, ore e ore a guardare i suoi programmi (mi piacciono tutti). E poi interviste e copertine. Tempo perso: pochi giorni fa ha reso noto il regolamento del Festival di Sanremo 2016 (sembra lontano, ma mancano poco più di tre mesi) e non mi dà nemmeno la possibilità di iscrivermi alle selezioni. Tra le Nuove proposte non posso perché ho più di 36 anni. Tra i Campioni nemmeno, visto che è necessario avere «fama e valori riconosciuti degli interpreti». Io un pizzico di fama come interprete ce l’ho: nel palazzo dove abito, sebbene si tratti di una fama in negativo, considerate le proteste degli inquilini quando mi esibisco. E anche sui «valori» potrei avere da ridire: che autorevolezza hanno i miei familiari e i miei vicini (per non parlare dei miei cani, che ululano appena accenno un acuto) nello stabilire il mio valore come interprete? Peccato. Peccato per me. E peccato per Carlo, che perde un cantante con un repertorio di migliaia di pezzi (per me sarebbe un problema scegliere la cover per la serata del giovedì) e capace di scendere le scale dell’Ariston senza inciampare (la Storia dimostra che non è da tutti...). E peccato anche per Stefania Zizzari, che ha intervistato Carlo (a pag. 36) e non ha speso una parolina buona per il suo direttore. Con te, Stefania, faremo presto i... Conti. av@mondadori.it