Domande le fate voi
Gli ospiti in studio seguendo le indicazioni che arrivano dal Web»
traddittorio con qualche altro ospite convocato da noi, se necessario».
I giovani inviati che mandate in giro per l’Italia vengono dal gruppo di lavoro delle iene, visto che il programma nasce da lì?
«No, sono nuovi. Anche se il “papà” del programma è Davide Parenti, lo stesso di “Le iene”, le risorse e gli autori non sono mescolati. È un format nostro, già testato, al quale lavoriamo da un anno».
Si inizia con quattro puntate...
«Vediamo come andranno gli ascolti, poi chissà...».
Quindi lei non abbandona «Le iene»…
«Nooo! Fare la iena mi piace troppo, sono iena dentro e fuori. Mi piace tutto, persino vestirmi da uomo».
Perché definite «Open- Space» un «social talk»? Darete spazio anche a Facebook e a Twitter, i social per antonomasia, con un’interazione in diretta?
«Le domande che porremo saranno solo quelle inviate al sito openspace.it. È un “social talk” perché daremo voce a tutti. E ci occuperemo anche del sociale...». Promettete «un linguaggio immediato e senza filtri». È un modo elegante di dire parolacce in prima serata? schiave, che quest’anno le ha fruttato il premio «Giornalista dell’anno per la tv» a Ischia. Fare «OpenSpace» le parrà una cosa leggera…
«Ma mica tanto, sa? Non c’è limite agli argomenti trattabili, quindi…».
Come le sembra lo stato di salute del giornalismo tv, su carta e sul Web?
«Sia su carta sia in tv le inchieste le vedo ancora e le apprezzo: penso alla Gabanelli, che è un esempio per tutti noi. Non è affatto vero che giornali e tv sono morti. Il Web invece è un’autostrada, c’è tutto, in libertà: ma richiede molta attenzione e intelligenza critica da parte di chi la percorre. Non bisogna credere a tutto, perché dilagano anche le bufale. Credo che andrebbe un po’ regolamentato: ci sono carenze legislative pazzesche». Con Davide Parenti sono rose e fiori, immagino…
«Parenti è il mio capo. Ma è un capo che insegna, e non è da tutti. Se ti dice di no, ti spiega anche il motivo. E poi risponde sempre: una volta l’ho chiamato persino alle quattro di notte!».
L’intervista che manca al suo carniere?
«Beh, se devo proprio sognare, lo faccio in grande: papa Francesco. Ma anche se lui è molto attento alla comunicazione e aperto al dialogo, temo che resterà qualcosa di irrealizzabile».
Nadia, molti se lo chiedono: con la vita che fa è sposata o fidanzata?
«Diciamo che il lavoro mi impegna molto, ma sono contenta così. Preferisco non dire altro».