I SOLITI CONDUTTORI E LE NUOVE LEVE
Caro Vitali, seguo con piacere i programmi tv, però mi sorprende sempre vedere che, anno dopo anno, sia Rai che Mediaset si affidano quasi esclusivamente a tre, quattro conduttori ai quali fanno presentare più programmi. Qual è secondo lei il motivo di questa scelta? Non esistono giovani validi, capaci di sostituire certi conduttori collaudati ma un po’ datati? Oppure è tanto il potere loro, e dei rispettivi manager, che rende quasi impossibile effettuare un ricambio generazionale?
Enea, Viterbo
Gentile Enea, il problema c’è e riguarda i conduttori ma anche i programmi, molti dei quali portano accanto al titolo una cifra che indica il numero dell’edizione e che non fa molto onore a chi è pagato per trovare idee nuove. È vero, soprattutto su Canale 5 e Raiuno ci sono conduttori come dice lei «collaudati», ma gli ascolti danno loro ragione e ciò significa che il pubblico non è stufo di loro, anzi. Sulle altre reti, meno sottoposte alle «angherie» dell’Auditel, c’è più coraggio: penso a Costantino della Gherardesca su Raidue con «Pechino Express» (che io trovo bravissimo); a Nadia Toffa della scuderia delle «Iene», di cui parliamo a pag. 54 e che secondo me sarà una grande sorpresa di Italia 1; ad Alessandro Cattelan su Sky; e a molti altri conduttori su canali più piccoli, ma in ascesa, come Discovery. Il discorso sugli agenti vale e non vale: sotto contratto hanno sia i «soliti noti» sia i giovani rampanti. E a un agente lungimirante conviene che a lavorare siano le nuove leve, per rinnovare la scuderia. (a.v.)