Si aprano le danze (con cautela)
All’aperto, non troppo appiccicati e con qualche stratagemma per coniugare divertimento e distanziamento (come i dinner show). In Italia si balla anche in questa strana estate post-Covid
ritmo sotto le stelle
Per la prima volta in 52 anni di storia, il Pacha di Ibiza - la discoteca più famosa del mondo - resterà chiuso. Stesso discorso per la maggior parte dei club dell’isola delle Baleari: console spente e notti danzanti azzerate. «Potremmo essere un po’ meno esterofili del solito e ballare a Riccione, a Gallipoli, in Versilia», suggerisce Lorenzo Tiezzi, giornalista e blogger di AllaDiscoteca. E in effetti il consiglio ha una sua ragione d’essere, non solo perché ci piace l’hashtag #restiamoinitalia: nel nostro Paese sono tanti i locali che hanno deciso di riaprire, cercando soluzioni per garantire divertimento e distanziamento. Ovvero due cose che non vanno propriamente a braccetto, come hanno più volte fatto notare dal Silb (il Sindacato Italiano Locali da Ballo). «La discoteca è dinamismo, è creare assembramento. Quest’anno però bisognerà ragionare in maniera diversa», parola di Silvio Passini, proprietario dello storico Tartana di Follonica. Le soluzioni proposte? «Usare la tecnologia per monitorare gli ingressi, steward per controllare la clientela, cartellonistica e informazioni fornite dagli stessi vocalist», ha dichiarato durante il Mini Meets Music Live Online, l’evento digitale che ha riunito i professionisti del settore.
NOTTI MAGICHE INSEGUENDO UN DANCEFLOOR
Ma dunque dove si balla in questa estate al termoscanner, e come? Il Dpcm di giugno ha dato le linee guida, ma poi ha lasciato libertà alle regioni di stabilire date diverse per la ripresa delle attività: così nelle scorse settimane ci sono state aperture a macchia di leopardo, con Puglia, Liguria ed Emilia Romagna a giocare il ruolo di apripista (sempre su dancefloor all’aperto, con obbligo di mascherina nei casi in cui non si possa mantenere la distanza adeguata). In Salento si balla già da giorni in locali iconici come la Praja di Gallipoli. A Castellaneta hanno riaperto Clorophilla e Nafoura, mentre dovrebbe mancare poco alla riapertura del Blubay di Castro. Tornando a Gallipoli, il Riobò ha in programma un grandioso opening party per il 18 luglio, alla console il dj Samuele Sartini: «Dobbiamo ripensare il dancefloor» spiega, «un’idea vincente a mio parere è il dinner show, ovvero un’arena di tavoli intorno ai quali le persone si possono muovere e ballare, dopo la cena.
In Europa dell’Est lo fanno da tempo e il colpo d’occhio resta bello. Certo, è una soluzione che funziona per la scena house-commerciale, meno per quella underground». Per lui in previsione serate anche in altri templi della vita notturna come Villa delle Rose di Riccione e Villa Papeete di Milano Marittima. Quanto agli altri luoghi simbolo dell’italian summer, rispondono all’appello del dancefloor La Suerte di Laigueglia, il Music on the rocks di Positano e il Twiga di Forte dei Marmi, mentre la Capannina di Franceschi (al momento in cui andiamo in stampa) opta prudenzialmente per la formula aperitivo o cenaspettacolo con musica. Lo scorso weekend è arrivato infine il via libera per le regioni più caute, tra cui Piemonte e Lombardia: anche qui si balla solo open air, cosa che a Milano, ad esempio, si traduce nel fatto che può aprire solo una discoteca su dieci. «Non è per niente facile essere rimasti la categoria considerata come la più pericolosa per i contagi», lamenta Carlo Mognaschi del Q Club. Ma in città c’è anche chi ha fatto di necessità virtù come Andrea Capaldi, direttore artistico di Mare Culturale Urbano: cascina trasformata in lungomare e serate con il “dj-set che non si balla”. A scanso di equivoci.
tustyle