Questo podcast è una star
Vanno alla grandissima, ce ne sono di tutti i tipi e molti sono lanciati dalle celeb. Mettiamoci in ascolto
parole, parole, parole...
Oggi i podcast contano quanto film e serie tv, ed è sempre una questione di storie. Anche senza illustrazioni (pardon, fotogrammi) possono tenerti incollato alla poltrona come le migliori sceneggiature. Se da noi il trend è in crescita (il fenomeno Veleno vi dice niente?), negli Stati Uniti è già radicato, soprattutto tra i giovani. Quest’anno il 40% dei ragazzi tra i 12 e i 24 anni ha ascoltato almeno un podcast; in generale, dal 2018 al 2019, le persone che hanno teso l’orecchio a queste narrazioni digitali sono 20 milioni in più. Anche le star abbracciano il fenomeno. L’ultima è Dakota Johnson, che ha lanciato il suo progetto al Global Citizen Festival di un anno fa. «Ho chiesto alle donne in platea che avevano subìto casi di molestia o abuso di raccontarli in un messaggio vocale e inviarmeli», spiega l’attrice. Oggi quelle note sono il podcast The Left Ear. «Non volevo parlare io al posto loro, ma mettermi in ascolto. Ho offerto uno spazio dove potersi rivelare in modo onesto e coraggioso». La libertà è alla base di questi format gettonatissimi tra le celeb. Amy Schumer, la mattatrice numero uno d’America, in 3 Girls, 1 Keith riflette a ruota libera su stand-up comedy, cultura pop e autobiografia. Alec Baldwin, con Here’s the Thing, si è tolto lo sfizio di ospitare (e raccontare) artisti, politici e performer vari. La modella curvy Ashley Graham in Pretty Big Deal ragiona su come è cambiata l’idea di bellezza. Jonathan Van Ness, volto del reality Queer Eye (Netflix), ha fatto di Getting Curious la piattaforma per parlare di ciò che rende curiosi (appunto), la vita e il lavoro suoi e di altri professionisti. I nuovi luoghi dello storytelling hanno conquistato Hollywood. «Homecoming è nato come podcast per poi diventare una serie con Julia Roberts», ha dichiarato al New York Times Tom Webste, promotore della ricerca sopra citata. «Per anni, l’industria audiovisiva ha ritenuto che la crescita dei podcast sarebbe stata “lenta”. Ora dobbiamo usare altri aggettivi». Se Dakota, dalle sue storie vere, volesse creare una serie o un documentario, la strada sarebbe in discesa. Quanto al pubblico, quello già esiste. Ed è molto più ampio di quanto pensiamo.