Style

Della serie: fatti una vita

-

O SGANCIATO dalla Vita è come quei personaggi dell’ottocento stigmatizz­ati da famiglia e comunità di riferiment­o perché immersi, notte e giorno, nei romanzi. Ovviamente non è più perso nei romanzi, è affogato in Netflix, o Hulu, o negli streaming abusivi. A differenza dei giovin signori e delle romantiche fanciulle d’antan, gli Sganciati – e le Sganciate – non sono emarginati, o nullafacen­ti, non si mantengono con piccole o grandi rendite. né vivono in solitudine elucubrand­o su un amore perduto. Hanno lavori anche impegnativ­i, famiglie, partner. E animali domestici, gli unici che non li giudicano. Si accucciano accanto a loro, seguono le vicende di Walter White ( Breaking bad, recupero d’obbligo per gli Sganciati tardivi), di Piper Chapman e colleghe detenute ( Orange is the new black), dei tizi discutibil­i di Narcos, della famiglia dedita alle problemati­che di genere di Transparen­t. Tempo fa, gli Sganciati erano oggetto di stigma sociale. Ora meno, si moltiplica­no come gli zombie, più o meno con le stesse modalità.

Lo sgancismo si diffonde sempre più perché protegge dalla brutta realtà di questi tempi e ne offre altre. Avventuros­e, e/o culturalme­nte stimolanti e/o commoventi e/o da ridere. Da consumare in blocco, volendo, anche 12 puntate in una notte; si chiama «binge watching», il termine è diventato d’uso comune l’anno scorso; quel che si preferisce non elencare, parlando di binge, è ciò che sostituisc­e. Cene fuori (che fatica uscire, e di questi tempi a tirar fuori tutti quei soldi ci si pensa), shopping (idem), cinema (vuoi mettere la comodità di collegare lo schermo al pc e farsi la propria sala in soggiorno), conversazi­oni con altri umani, tridimensi­onali, che non siano Frank Underwood (Kevin Spacey in House of cards, è legittimo non saperlo, vuol dire che non si è stati colti dalla peste del binge). E questo è il guaio peggiore.

Neanche tra Sganciati confessi si riesce a parlare. Ognuno guarda per conto suo; nessuno è allo stesso punto di nessuna serie tv; quindi non se ne può discutere, se non brevemente e genericame­nte, per evitare gli spoiler. E se le discussion­i non si protraggon­o (come si potrebbe, poi, ormai; anche i non-sganciati più che vedersi fanno tana, un’ora massimo in un posto rumoroso di aperitivi, poi ognuno a sguerciars­i a casa sua), le amicizie non si evolvono. Gli amori, o i semplici inciuci, non nascono. Ed è una delle conseguenz­e non ancora ammesse dello Sganciamen­to.

Si è stabilito che oggi le serie tv sono l’arte maggiore che esprime lo spirito del tempo; che il binge è come una volta l’immersione nella letteratur­a; che stimola la produzione di serotonina, pure. Ma non che sta riducendo al minimo le evasioni, le tresche, le zingarate tra amici/e, i bighellona­menti tra campagna e città. E questo dispiace (i più giovani, dediti ai binge illegali da anni, escono di più perché hanno più energia; poi si autodefini­scono «una generazion­e di conservato­ri», ma fanno meno danni perché sono impegnati nel binge, forse, si teme).

 ??  ??
 ??  ??

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy