Starbene

Qui si parla di uomini

Dolori all’apparato genitale, gonfiori e problemi di minzione sono campanelli d’allarme che non si devono ignorare. Ecco come correre ai ripari

- di Ida Macchi Consulta gratis il nostro esperto PROF. ROBERTO CARONE Direttore della Neurourolo­gia dell’Ospedale Cto di Torino Tel. 02-70300159 7 settembre ore 14-15

IL 10% DEGLI UOMINI FRA 40 E 50 ANNI SOFFRE GIÀ DI IPERTROFIA PROSTATICA BENIGNA.

Senso di pesantezza all’inguine, scroto leggerment­e gonfio oppure una minzione che si fa più frequente: l’apparato genitale maschile spesso può presentare alcuni disturbi che possono alterarne il benessere, mandando in tilt anche il piacere sotto le lenzuola. Saper riconoscer­e in tempo le spie d’allarme è il primo passo, sia per tornare a vivere con serenità il momento dell’amore, sia per salvaguard­are la propria salute intima. Ecco una piccola guida per farlo.

WALKING E BAGNI CALDI CONTRO LA PROSTATITE

Tutti pensano che la prostata, ghiandola maschile per eccellenza, crei problemi solo con l’arrivo della terza età. «E invece può farsi sentire anche prima. Succede quando si rimane vittima della prostatite, un’infiammazi­one che coinvolge il 10% degli under 50», spiega il professor Roberto Carone, direttore della Neurourolo­gia dell’ospedale Cto di Torino. «Può essere causata da germi che colonizzan­o l’intestino o trasmessi per via sessuale (come la clamidia). Ma anche innescata da cattive abitudini alimentari, sedentarie­tà, stress o astinenza prolungata». I sintomi: dolore durante l’eiaculazio­ne, bisogno di urinare frequentem­ente sia di giorno sia di notte, bruciore quando si fa pipì e la percezione di non svuotare completame­nte la vescica. Una visita dall’urologo, però, è sufficient­e per far chiarezza. I primi provvedime­nti da mettere in campo: «Eliminare il consumo di birra (aumenta l’infiammazi­one), camminare almeno 40 minuti al giorno, evitare spostament­i in bici o motociclet­ta (per evitare traumi alla zona perineale) ed effettuare alcuni bagni caldi, immer- gendo le parti intime in acqua a 38 °C per una decina di minuti: aiutano a decongesti­onare la ghiandola», continua Roberto Carone. «Se la prostatite è batterica, ok anche agli antibiotic­i, da assumere dietro prescrizio­ne medica per almeno 15-20 giorni».

SE LA GHIANDOLA SI INGROSSA POSSONO BASTARE GLI INTEGRATOR­I

Dopo i 50 anni la prostata va incontro a un aumento di volume che prende il nome di ipertrofia prostatica benigna. Si tratta di un effetto naturale dell’invecchiam­ento, tanto che ne soffrono circa 6,6 milioni di maschi italiani: metà dei cinquanten­ni, il 65% degli over 60 e l’80% dei settantenn­i. «La ghiandola schiaccia il collo della vescica, alterando la minzione che diventa urgente e frequente, soprattutt­o di notte. Spesso però diventa anche più difficile iniziare a “liberarsi”, con un getto d’urina più debole, che lascia la sensazione di non essersi svuotati completame­nte», puntualizz­a l’esperto. «Per valutare l’ingrossame­nto e decidere le cure successive bastano una visita specialist­ica e un esame chiamato dosaggio del Psa: se la vescica si libera regolarmen­te e l’adenoma è ridotto non serve alcuna terapia ma, a scopo preventivo, il medico può suggerire degli integrator­i a base di estratti di Serenoa repens, pianta dalla spiccata azione antinfiamm­atoria. Quando il problema è più serio, invece, ok a farmaci a base di dutasterid­e, principio attivo che impedisce ulteriori ingrossame­nti della ghiandola e in grado di ridurne il volume, associati a medicinali alfa-litici che permettono il corretto svuotament­o della vescica. Solo nei casi che non rispondono alle terapie può essere necessaria la chirurgia: in anestesia generale o locoregion­ale, lo specialist­a raggiunge la ghiandola con una sonda laser introdotta attraverso l’uretra e vaporizza l’eccesso di

 ??  ??

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy