IMPARIAMO A SORPRENDERCI
Avete mai sentito parlare dell’effetto sorpresa? Non è solo un toccasana per l’umore o un antidoto alla noia. L’effetto sorpresa è un meccanismo interiore che ci spinge a un livello successivo di conoscenza. Funziona più o meno così: prima ci blocchiamo per lo stupore, poi ci facciamo domande, poi cambiamo opinione sulle cose e sulle persone, infine mettiamo a conoscenza gli altri della nostra scoperta. Se tutto va come deve andare, ogni sorpresa che si rispetti lascia dietro di sé un patrimonio unico: un cambio di prospettiva. Il meccanismo, però, non è affatto ovvio. Si attiva molto più facilmente sui bambini che sugli adulti. E questo è uno dei motivi per cui la capacità di apprendimento nei piccoli è incredibilmente sviluppata.
Da grandi, ammalati di cinismo e paura del cambiamento, disinneschiamo da soli l’effetto sorpresa. Cadiamo nella trappola del: “Sì, l’abbiamo già fatto”. “Questo l’abbiamo già visto”. “Ci abbiamo già provato”. È l’atteggiamento tipico di chi non è capace di gestire la meraviglia. Di ammettere di essere stato colto alla sprovvista. E di fronte a una novità, un imprevisto, si mette sulla difensiva, cercando di incasellare il fatto appena accaduto e di classificarlo secondo le categorie conosciute.
Se c’è un augurio, quindi, per questo nuovo anno, è riacquisire la capacità di meravigliarci. “Mettere a tacere il cinismo e ritrovare lo sguardo incantato”, come suggeriamo nel dossier a pag. 70. Non riporre più la felicità nel raggiungimento di un obiettivo, perché questo ci impedirà di trovarla nell’imprevisto, dove spesso e volentieri ama rifugiarsi.