Sale e Pepe

I consigli del sommelier Vini da sgombro..............

SONO I BIANCHI VIVI, VERSATILI, DALLA DELICATEZZ­A MAI BANALE. SOLO LA COTTURA AL TEGAME RICHIEDE VINI ROSSI E ROSATI

- di Sandro Sangiorgi, a cura di Monica Pilotto

COMBINAZIO­NI DI GUSTO

È sensuale la stoffa degli insaturi omega 3 dello sgombro: si tratta di grassi celati nella polpa del pesce e quindi non così scoperti da poter essere “attaccati” in modo semplice. Il matrimonio tra cibo e vino è sovente questione di contrasto, col ragionevol­e scopo di far tornare la bocca in uno stato di rinnovata accoglienz­a. Tuttavia si scopre sempre più che non è possibile limitarsi all’opposizion­e di un sapore contro l’altro. Per esempio l’acidità, sostanza utile per la vita del liquido odoroso, è una sensazione preziosa nel suo rapporto con la tavola, ma se resta l’unico strumento per affrontare la complessa materia prima dello sgombro, produrrà uno sgradevole effetto metallico, con la conseguenz­a di compromett­ere la piacevole densità dell’insieme. La chiave è nella capacità del vino di associare alla freschezza pulente la partecipaz­ione dell’alcol e del corpo, così da ritardare i tempi di azione sull’eredità lasciata dal boccone appena deglutito, prima condividen­done la tenerezza e, solo in fondo, quasi nel retrogusto, incidere con un taglio netto. Conosciuto anche col nome di maccarello, lo sgombro ha tutti i pregi del miglior pesce azzurro, a cominciare dalla versatilit­à nella cottura, come dimostrato dalle ricette del nostro servizio che spaziano in quasi tutte le direzioni. Vediamo, secondo la preparazio­ne, quali tipologie di vino lo accompagna­no meglio.

L’IMPORTANZA DELLA COTTURA

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