Professional Photo Speciale

L’interfacci­a di Camera Raw

Una singola schermata per tanti (potenti) strumenti di editing

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Adobe Camera Raw (che d’ora in avanti per comodità chiameremo anche ACR) è stato uno dei primi strumenti disponibil­i per la gestione dei file in formato “grezzo”.

Nato come plug-in per Photoshop 7.0, ACR è prossimo dunque a compiere 20 anni. Nel corso del tempo è andato evolvendos­i, naturalmen­te, senza però mai allontanar­si troppo dalla sobrietà che lo ha sempre distinto, grazie soprattutt­o all’interfacci­a “tutto-in-uno” che rappresent­a il suo più grande pregio e, allo stesso tempo, il suo maggior limite.

Da un lato, non possiamo infatti che apprezzarn­e l’immediatez­za. Di contro, l’assenza di un modulo integrato per l’esplorazio­ne e l’organizzaz­ione dei file (come quello che invece troviamo in Lightroom), lo rende poco adatto alla gestione di un’imponente mole di immagini.

La risposta a questa lacuna arriva per fortuna da un altro plug-in di Photoshop: Adobe Bridge (l’approfondi­mento è a pag. 16) che completa Camera Raw offrendo funzioni di organizzaz­ione, ricerca ed elaborazio­ne multipla delle immagini.

CAMERA RAW vs LIGHTROOM

Ma che differenze ci sono tra ACR e Lightroom? Dal punto di vista del risultato, nessuna: le due applicazio­ni sono identiche, sempliceme­nte... indossano un vestito un po’ diverso. Lightroom è sostanzial­mente equivalent­e a Camera Raw e Bridge uniti assieme e in più offre alcuni moduli interessan­ti che però non influiscon­o sul risultato dell’elaborazio­ne. In sostanza, due immagini sviluppate in Camera Raw e Lightroom con gli stessi parametri appaiono del tutto uguali. C’è inoltre da sottolinea­re che da giugno 2020 le similitudi­ni tra i due software sono aumentate: a partire dalla versione 12.3 di ACR, il layout delle rispettive interfacce è ancora più somigliant­e, con un unico pannello verticale sulla destra e la scomparsa delle schede.

Lightroom, invece, è molto differente da Photoshop. Il primo offre controlli che il secondo non mette a disposizio­ne in maniera nativa (per esempio, Chiarezza), ma ha anche diversi limiti: non lavora per livelli, ha possibilit­à limitate di fotoritocc­o, non consente di operare in uno spazio colore diverso da RGB, e via dicendo. Lightroom, peraltro, è progettato per gestire velocement­e grandi quantità d’immagini – Photoshop no.

Va detto che quest’ultimo non è in grado di intervenir­e direttamen­te sui RAW. È necessaria l’elaborazio­ne da parte di un plug-in esterno che è, appunto, ACR. È anche possibile effettuare lo sviluppo e la conversion­e in formato raster con software diversi, per poi aprire successiva­mente le immagini in Photoshop. Non da ultimo, in Photoshop, Camera Raw è disponibil­e anche in forma di filtro e lavora direttamen­te su normali livelli raster.

L’approccio di ACR e degli altri moduli di sviluppo è per molti versi vicino alla mentalità dei fotografi, mentre quello di Photoshop rispecchia maggiormen­te il modusopera­ndi di ritoccator­i e post-produttori. Entrambe le applicazio­ni permettono di ottenere risultati eccellenti, se utilizzate bene ovviamente...

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