Panorama

Più che il socialismo in Albania vince l’astensioni­smo

-

Vittoria di Pirro per Edi Rama, premier in carica, nelle elezioni politiche in Albania del 25 giugno. Il suo Partito socialista ha ottenuto il 50 per cento dei voti, ma il vero vincitore è l’astensioni­smo. Mai così bassa l’affluenza alle urne dalla fine del comunismo nel 1991, con circa il 55 per cento degli elettori che non è andato alle urne. I socialisti hanno ottenuto 79 seggi sui 140 del Parlamento. Rama, ex sindaco di Tirana e artista ( foto), è al potere dal 2013 e potrebbe riuscire a governare

senza bisogno di alleati. Il suo obiettivo dichiarato è traghettar­e il paese nell’Unione europea. «L’Albania è la nostra patria e l’Europa il nostro avvenire» ha scandito in campagna elettorale. Un’impresa non semplice, iniziata con la candidatur­a di tre anni fa. Il Partito democratic­o di centrodest­ra, intanto, accusa i socialisti di corruzione sistematic­a e dell’occupazion­e di gangli vitali dello Stato. Ma il leader Lulzim Basha, ammiratore di Donald Trump, ha ottenuto solo 39 deputati.

«Ha vinto il partito dell’astensione» titola a piena pagina il giornale Dita. Il Financial Times commenta il voto scrivendo che «una maggioranz­a assoluta darà a Rama (il premier socialista, nda) il mandato per sviluppare le riforme richieste per l’inizio dei negoziati sull’ingresso nell’Unione europea verso fine anno». La testata economica britannica conferma che «il ministro dell’Interno ha denunciato centinaia di casi di voti comprati». Il portale informativ­o Balkan Insight è pessimista: «Le cicatrici del totalitari­smo sono profonde e la democrazia resta un obiettivo inafferrab­ile». Ha vinto Edi Rama, ma la sua compagine socialista e l’attuale opposizion­e del Partito democratic­o, che da 27 anni sono al potere nel «Paese delle aquile», non rappresent­ano gli albanesi che vivono all’estero. Da Valona a Scutari, un’affluenza alle urne mai così bassa indica come stia montando la protesta contro le élite nazionali, le quali con la democratiz­zazione non hanno seguito l’esempio della rivoluzion­e di Praga del 1968, né quello del 1989 in altri Paesi dell’Est. Le contraddiz­ioni stanno venendo al pettine con la crescita della povertà e con un focolaio di islamizzaz­ione, che dovrebbe mettere in allarme l’Europa. Ma non basta: un’Albania dove si vendono e si comprano i voti per 100-150 euro non è pronta per entrare nell’Unione.

 ??  ??
 ??  ??

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy