Covid/2 La storia di Adele Di Costanzo: «Io, da Miss Italia al fronte epidemia»
«HO 27 ANNI EPPURE SON OSTATA RICOVERATA E HO AVUTO BISOGNO DI OSSIGENO », CI RACCONTA ADELE DI COSTANZO. CHE NON SI È MAI ARRESA. ANZI, UNA VOLTA GUARITA, È TORNATA DAI PAZIENTI: «COME FAIA TIRARTI INDIETRO?»
«Quale terza ondata? La seconda qui non è mai finita». Rincorriamo Adele Di Costanzo mentre si divide tra un paziente e l’altro e sta entrando a far visite in una casa di riposo, e la sua prima risposta sull’andamento della pandemia non è proprio confortante. È solo uno dei tantissimi medici che non si risparmiano, che nella primavera scorsa erano eroi e oggi un po’ meno. Al punto da beccarsi insulti quando su Instagram «ho cercato di spiegare che il virus non colpisce solo gli anziani, non fa danni solo in certe fasce della popolazione: io ho 27 anni, sono sportiva, eppure sono finita in ospedale e ho avuto bisogno di ossigeno». Ma la sua storia ha qualcosa di particolare.
Da giovanissima fotomodella per conquistarsi l’indipendenza dalla famiglia, concorrente a Miss Italia, si è laureata a Padova, il 15 luglio 2019, col massimo dei voti più la lode, ha uno studio di medicina estetica nella città patavina e lavora in uno studio a Vicenza, ma dall’inizio dell’epidemia combatte in prima linea contro il virus. È alle Usca di Vicenza, le Unità speciali di continuità assistenziale create per i pazienti malati di Covid. In Italia ne erano state previste 1.200, partite a rilento e poi aumentate ( vedi box). Si è contagiata, ha avuto problemi respiratori, è stata ricoverata e nonostante questo dopo unmese è tornata al lavoro, continuando ad assistere i malati di Covid. Da inizio emergenza ne avrà visitati oltre 400. La formazione? Sul campo. «Fai conto un periodo di guerra », raccontaAdele a Oggi, «dove si impara tutto assistendo i malati».
Lei va a casa o nelle strutture extra ospedaliere, li visita, controlla i parametri, tiene d’occhio la respirazione, la saturazione, con giornate lavorative di 12 ore. Forse si è contagiata in una casa di riposo che ha avuto 80 positivi, e ancora oggi, a distanza di due mesi e mezzo, conserva i postumi.
Era il 19 ottobre scorso. «Ricordobene quel giorno», racconta, «avevo fatto il doppio turno. La mattina sono andata in clinica, avevomoltomal di testa, ma ho pensato fosse dovutto alla stanchezza. Poi a pranzo ho iniziato a sentirmi davvero male, mi è venuta la febbre a 38 e mezzo. Mi sono subito isolata, sono andata a farmi il tampone da sola e intanto la febbre era già arrivata a 40. Poi ho iniziato ad avere pro
blemi respiratori con desaturazione e fame d’aria e così mi hanno ricoverata. Dopo tre giornimi hanno dimesso, ma sono rimasta positiva per unmese».
«NON HO MAI PENSATO DI TIRARMI INDIETRO»
Per un mese non ha lavorato né guadagnato. Combatte il virus dal fronte dei liberi professionisti e quindi con fattura. E, da partita Iva, non ha ricevuto alcun tipo di indennizzo.
Abituata a fare dieci chilometri di corsa al giorno, ora, se fa le scale, ha il fiatone e il battito cardiaco molto alto. L’olfatto le è tornato dopo un mese. «Mi hanno detto che ci vorranno almeno otto mesi per il recupero. Mi ero detta che avrei smesso con le Usca, ma non me la sento. Come fai prima a dare una mano e poi tirarti indietro?».
Il giorno dell’Epifania ha fatto il vaccino. Lo considera una grande speranza. «In realtà siamo tutti molto stanchi. C’era l’illusione che le cose stessero andando per il meglio, ma dopo Natale abbiamo registrato un aumento. Stiamo attraversando un’epoca che non avrei mai pensato di vivere. Abbiamo un’arma che è il vaccino, almeno fidiamoci della scienza ». Adele, il giorno che ha fatto il vaccino ha postato la foto sul suo profilo Instagram. «È una foto che mostrerò ai miei figlig».