Angelica Riboni L’ex moglie di Ettore Bassi: «Basta guerra»
«NON HO UNA VITAE NON HO U NEURO », SI SFOGA ANGELI CARI B ON I. CONI L GIUDICE DI LA PORTA ROSSA È FINITA TRE ANNI FA. EVA MOLTO MALE :« LUI SI RIFIUTA DI MANTENERMI MANONSTAMAI CON LE BAMBINE, RENDENDOMI IMPOSSIBILE ANDARE A LAVORARE»
Qui di seguito trovate la versione dei fatti di Angelica Riboni, la moglie di Ettore Bassi. Siamo a disposizione di quest’ultimo, qualora volesse fornirci la sua.
Sui giornali, la storia d’amore tra Ettore Bassi e Angelica Riboni è stata recitata in forma di monologo. Il suo ciclo vitale l’ha tracciato Bassi, con precisione di date e varietà di ambientazioni. La nascita di un sentimento: «Ci siamo conosciuti nel 2000 alle Eolie, me ne sono innamorato all’istante». La prima crisi, sei anni e due figlie, Olivia e Caterina, più tardi: «Per colpa del lavoro ho trascurato la famiglia. Se perdessi Angelica, sarei disperato». L’apoteosi nuziale: «Ci siamo sposati nel 2009 a Ostuni: un sogno». Un’altra crisi, tre primavere fa e dopo l’arrivo della terza figlia, la piccolaAmelia: «Siamo in un periodo di sospensione». Il sipario è calato quasi senza proclami: lo scorso agosto, l’attore si è presentato a una festa con la nuova compagna, SimonettaMontrone, figlia del patron di Telenorba. Angelica Riboni è rimasta sempre sullo sfondo, discreta, allergica ai riflettori: «Se adesso ho deciso di parlare», dice conun filo di voce e di diffidenza, «è perché sono disperata: non ho una vita, non ho un soldo, sono ostaggio dimiomarito e di cavilli burocratici».
Cosa è successo?
«Io ed Ettore ci siamo lasciati nel 2016, su mia decisione: ha fatto cose che non ho potuto davvero perdonare».
Colpa del lavoro, come nel 2006? «Neppure allora fu quello il motivo. Sarei stata un’idiotaametterlo di fronte a una scelta secca, famiglia o lavoro. I problemi erano altri, più profondi e personali. Per superarli, facemmo un
percorso psicologico. Ci aiutò, diciamo così, il mio non essere bigotta».
Stavolta non c’era rimedio?
«No. Anche se la separazione, all’inizio, è stata civile, quasi armoniosa per il bene delle nostre figlie. Ma poi non abbiamo trovato un accordo sulla separazione. La sua proposta era questa: 1.500 euro per le figlie e niente perme “perché hai fatto sempre lamantenuta e hai il tuo trullo da cui trarre sostentamento”. E garantiva la presenza due giorni almese, poi “alzati” a quattro».
Lei ha fatto la mantenuta? «Quando ho conosciuto Ettore, facevo la grafica per il web: ero una pioniera, e molto apprezzata. Poi, visto che lui ha ingranato con Carabinieri, e in tre anni sono arrivate due figlie, homesso lamia professionalità al servizio della sua carriera: da Milano l’ho seguito a Roma e Città della Pieve ( dove si girava Carabinieri, ndr), ho costruito il suo sito, lo consigliavo sui copioni, mi occupavo, sia in termini di organizzazione sia in veste di grafica, delle sue gare automobilistiche e della squadra di calcio che ha messo su per beneficenza. E, ovviamente, stavo dietro alle bimbe, tenendo conto che la nostra Amelia ( nata con la sindrome di Down, ndr) è unameraviglia che ha bisogno di qualche attenzione supplementare. Lui, così, poteva concentrarsi sul lavoro e sugli hobby».
Che papà è stato, suo marito? «Quando c’era, ottimo. Di quelli che cambiano i pannolini e si alzano di notte. Ma quando c’era? Nel 2015 ci siamo trasferiti tutti in Puglia, ma poi il teatro e la tv lo hanno portato soprattutto al nord: a Trieste per La Porta rossa, a Milano per Bodyguard. E se saltava fuori un weekend libero, lo dedicava ai suoi hobby. Mica a noi».
E il trullo pugliese? Può darle da vivere?
«Ettore sostiene che valga un milione di euro, ma sogna. Non ha il riscalda