Oggi

Il calcio femminile avanza tra polemiche ed eroine

C’È CHI LO “ACCUSA” DI ESSERE POCO SPETTACOLA­RE E CHI AMMIRA LE SUE PROTAGONIS­TE

- di Giulia Bongiorno e Michelle Hunziker Dal 2007 si battono a fianco delle vittime contro violenze e discrimina­zioni attraverso la loro Fondazione.

Noto che da un po’ di tempo il mondo del calcio, sport maschile per eccellenza, si sta colorando di rosa. Alessandra Le più recenti cronache sportive sembrano andare proprio in questa direzione: mi riferisco alla partita di campionato di serie A women, Juventus-Fiorentina, giocata all’Allianz Stadium di Torino gremito di pubblico e il successo anche mediatico dei Mondiali 2019 di calcio femminile, in Francia, ai quali hapartecip­ato anche la Nazionale italiana, guidata da Milena Bartolini. Eppure le polemiche non sono finite ( ad esempio, Gianluca Petrachi, direttore generale della Roma, ha dichiarato che «il calcio non è uno sport per signorine» e si è poi dovuto scusare, ndr) ec’èchi sostienech­e il calcio femminile non è spettacola­re come quello giocatodag­liuomini. In propositoE­mma Hayes, manager della squadra femminile del Chelsea, ha proposto di far giocare le calciatric­i sucampi più piccoli e con porte in proporzion­e, proprio per favorire quella spettacola­rità che per alcuni manca: ridimensio­nando il contesto, quasi sicurament­e le partite diventereb­bero più veloci e più divertenti per il pubblico, che assistereb­be anche a unmaggior numero di parate - una donna portiere “media” non raggiunge quasimai il metroe80di altezza di un uomo e quindi si trova svantaggia­ta a dover difendere una porta regolament­are, larga oltre 7 metri e alta oltre2metr­i. Nondimenti­chiamo, poi, che in altri sport si tiene conto della diversa costituzio­ne fisica femminile: le cestiste usano una palla più piccola, proporzion­ata alle loro mani, le ostacolist­e saltano ostacoli più bassi, la rete delle pallavolis­te è meno alta e così via. Detto questo, nello sport come in qualsiasi

altro ambito, quello che conta non è il genere sessuale, contano l’impegno e le capacità. E di ciò forniscono valido esempio diverse donne nel mondo del calcio. Tra le altre ricordo Stéphanie Frappart, designata arbitro della finale di Supercoppa europea Liverpool-Che lse a. Nata in Francia nel 1983, Frappart hagiocato a calcio sino a 13 anni e a 18 ha intrapreso la carriera arbitrale; dopo una gavetta lunga e faticosa, nell’agosto 2014 è stata il primo arbitro donna nella Ligue 2, maschile, e lo scorso aprile il primo arbitro donna nel massimo campionato maschile, la Ligue 1. Al contempo, ha diretto nel settore femminile, arbitrando tra l’altro ai Mondiali 2015, agli Europei 2017 e agli ultimiMond­iali (èstata il fischietto­della finale tra Stati Uniti e Paesi Bassi ). Nella fin al e,Stép han ieFrapp art ha offerto un esempio di grande competenza, determinaz­ione ed equilibrio nell’arbitrare la finale: lo hanno riconosciu­to anche i tecnici (uomini) delle due squadre. A questo si aggiunge che nel corso della conferenza stampa, primadella­gara tra Liverpool e Chelsea, il responsabi­le del settore arbitrale Uefa Roberto Rosetti ha sottolinea­to con lealtà e correttezz­a la profession­alità diStéph ani eFrapp art, senza sentirsene minacciato o sminuito. Un chiaro riconoscim­ento, per di più da parte di un uomo, del fatto che il calcio non è più uno “sport solo da uomini”.

 ??  ?? UN GRANDE ARBITRO Sopra, la francese Stéphanie Frappart, 35. Dallo scorso aprile è il primo arbitro donna nel massimo campionato maschile, la Ligue 1, e ha diretto la finale di Supercoppa europea a Istanbul.
UN GRANDE ARBITRO Sopra, la francese Stéphanie Frappart, 35. Dallo scorso aprile è il primo arbitro donna nel massimo campionato maschile, la Ligue 1, e ha diretto la finale di Supercoppa europea a Istanbul.
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