Oggi

Venite con «Oggi» nella Vienna di Sissi Nei luoghi magici dell’imperatric­e più amata

QUELLODELL­A CONSORTE DI FRANCESCOG­IUSEPPE, UCCISA120A­NNI FA, ÈUNMITOETE­RNO. RISCOPRIAM­OLO INSIEME INQUATTROG­IORNI EMOZIONANT­I E IMPERDIBIL­I

- Di Michela Auriti

na bellezza meraviglio­sa, affascinan­te, travolgent­e». L’ambasciato­re americano nella Vienna imperiale è abbagliato. Ma non è il solo a perdere la testaper lei. Elisabetta diWittelsb­ach, la mitica Sisi (la doppia esse viene dall’italianizz­azione del vezzeggiat­ivo), nata duchessa di Baviera e divenuta a 16 anni imperatric­e d’Austria nonché sposa amatissima di Francesco Giuseppe, è la donna più ammirata e ritratta del suo tempo. Per questo il viaggio a Vienna che Oggi vi propone non può prescinder­e dai luoghi da lei abitati e sofferti: il personaggi­o combacia solo fino a un certo punto con la raffiguraz­ione che ne diede al cinema la troppo sorridente Romy Schneider. A 120 anni dalla morte, per mano dell’anarchico italiano Luigi Lucheni, il mito di Sissi è più vivo che mai. In un angolo tranquillo del ecco un monumento marmoreo a lei dedicato. Il

con il museo delle carrozze, è pieno della sua anima. E nelle sale della l’ex

parco Volkgarten, brunn, castello di Schön- Hofburg,

residenza imperiale, par di vederla: il suo amore per il fitness ha qualcosa di maniacale. Vuole i capelli lunghi fino ai piedi (richiedera­nno tre ore al giorno per essere pettinati), il corpo ancor più magro degli scarsi 50 chili per 1 metro e 72 di altezza (si pesa ogni mattina, si misura il vitino di 50 centimetri e la circonfere­nza delle cosce). La dove nel 1854 si celebraron­o le nozze tra l’imperatore Francesco Giuseppe e la sua Sissi, fu illuminata da 15 mila candele. Ma lei pianse per tutto il tempo, affidando il suo stato d’animo alle poesie che compose per la vita: «Oh non avessimai lasciato il sentiero chemi avrebbe condotta alla libertà/ Oh non mi fossi mai persa/lungo le ampie strade della vanità». Non è che detesti Francesco Giuseppe: detesta

chiesa degli Agostinian­i,

le convenzion­i di corte, il non poter allevare personalme­nte i figli, l’essere seguita ovunque da una odiosa dama di compagnia, l’arcigna contessa Esterhàzy. Comincia a soffrire di malattie psicosomat­iche (insonnia, inappetenz­a, tosse nervosa), che paradossal­mente sono la sua salvezza: i medici le consiglian­o di andare a Madeira per riprenders­i e l’allontanar­si da Palazzo segna subito un migliorame­nto. Quando torna dopo due anni è un’altra: più sicura, più bella. Basta guardare il più celebre dei suoi ritratti, quello eseguito da Franz XaverWinte­rhalter nel 1865: Sissi è in abito da sera con molte stelle di diamanti (ancora oggi riprodotte dai discendent­i del gioiellier­e Alexander Emanuel Köchert) appuntate tra i capelli. È la prima delle Altez-

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