La redazione del Bullone
«Siamo grandi reporter, più forti della malattia»
A «llora ragazzi, cominciamo la riunione di redazione. Ricordate che giorni fa siamo andati a preparare il giornale nel carcere di Opera? La buona notizia è che alcuni detenuti ci hanno scritto. Due lettere bellissime. Una è una poesia. Chi ha voglia di leggerla?». Mani che si alzano. Una ragazza comincia a recitare i versi di un recluso condannato all’ergastolo. Martedì, ore 16 e 30, siamo in un seminterrato in zona Porta Romana, a Milano, poco lontano dalla casa dove abitavano Dario Fo e Franca Rame. I giovani giornalisti del Bullone si ritrovano qui, a preparare il mensile più “ambizioso” d’Italia.
« SIAMO BATTAGLIERI »
Un tabloid da 4.500 copie: nella crisi dell’editoria, giornale di successo, soprattutto se misuriamo il successo in termini di talento e felicità. Talento e gioia di chi lo scrive, i ragazzi B. Livers che hanno combattuto o combattono malattie gravi. E la soddisfazione di chi legge le loro inchieste e storie di vita vera. I giovani reporter (tra loro anche tanti volontari) hanno intervistato Alex Zanardi, Bebe Vio, il sindaco di Milano Beppe Sala, grandi scrittori ed economisti. Ma le storie più belle sono le loro, raccontate in prima persona. «Sono formidabili cronisti e non fanno sconti a nessuno», racconta Giancarlo Perego, per anni a capo della cronaca milanese del Corriere della Sera, oggi direttore (volontario) del Bullone. I giovani reporter arrivano daMilano, dall’hinterland, da tutta la Lombardia. La loro agenda? Fittissima. La settimana scorsa hanno visitato la nuova sede delMicrosoft Technology Center, a fine mese incontreranno Rodrigo Cipriani Foresio, country manager di Alibaba, il più grande