ORA CHE È MORTO CHE COSA CAMBIA NEL MONDO?
È morto Castro, che accadrà ora? Verrebbe da dire: niente, dato che l’arcipelago di Cuba è grande appena un terzo dell’Italia ed è abitato da 11 milioni di persone, meno dell’ 1 per mille dell’intera umanità. E anche Fidel: era fuori dai giochi in pratica da dieci anni, messo a terra dalle sacche che gli si erano formate nell’intestino (diverticolite). È vero che al suo posto regnava e regna il fratello Raúl, dunque, si potrebbe dire, il castrismo non è mai finito, tanto più che questo Raúl è il capo dei militari e possiamo quindi dire che a Cuba, da quando c’è Raúl, sta in piedi non solo una dittatura comunista, ma addirittura una dittatura di generali comunisti. Però Obama aveva cominciato a normalizzare i rapporti con l’isola, e i cubani, il cui Pil non arriverà quest’anno all’indispensabile crescita del 2%, hanno bisogno come il pane degli investimenti degli Stati Uniti nel turismo. Il Paese s’è fatto mantenere per decenni dai sovietici e poi dai venezuelani, che rovinati dal defunto dittatore Chávez, sono adesso in bancarotta. Cuba, così fascinosa, resta un Paese molto povero.
La ricchezza di Cuba, a parte la canna da zucchero, i sigari e il turismo, sta nella vicinanza alla costa Usa. Appena 90 chilometri. L’ideale per basi missilistiche che abbiano nel mirino New York. Ai sovietici non gli riuscì. Ma a Putin? A metà mese i cubani si sono esibiti in un’esercitazione militare. I russi gli danno assistenza aeronautica, dichiarando che si tratta solo di roba civile (non ci crede nessuno). I sovietici tenevano una base a Lourdes, 150 chilometri dall’Avana, e l’8 ottobre il viceministro Pankov ha dichiarato di volerla ripristinare.
Trump, durante la campagna elettorale, ha inveito contro Castro e le tenerezze di Obama. Grazie a questo ha battuto Hillary in Florida, dove gli esuli cubani sono 2 milioni. Morto Fidel, ha partecipato all’esultanza dei profughi: «Castro era un dittatore brutale, aiutiamo Cuba a ritrovare la libertà». A queste parole ha risposto duramente Aleksander Schetinin, stella secondaria del firmamento putiniano: «Parole irrispettose», «Castro ha posto le basi dell’amicizia russocubana». Donald e Vladimir sembravano destinati ad aprire una fase, mai vista prima, di rapporti amorosi tra Washington e Mosca. Ma forse Fidel ci ha messo la coda.
PUTIN TRUMP