ORA LA CINA RECUPERA
Dal parco della memoria alla boutique Hermès: la corsa al nuovo non rinuncia alla storia
DAL PARCO DELLA MEMORIA DI MR. ZHAO ALLA NUOVA MAISON HERMÈS A SHANGHAI. NELLA PAZZA CORSA AL NUOVO, C’È CHI RIVALUTA LA TRADIZIONE. PRIMA CHE SIA TROPPO TARDI
«CON LA CONSERVAZIONE DI ELEMENTI DEL PASSATO POSSIAMO CONTRIBUIRE A COSTRUIRE UN FUTURO MIGLIORE»
L’architettura cinese ha una storia millenaria, ma camminando per le strade di una grande città è facile dimenticarsene. Negli ultimi trent’anni, la frenesia edilizia ha spazzato via il dedalo di vicoli – gli hutong – e le tradizionali case a corte – siheyuan – sostituendoli con strade a scorrimento veloce e grattacieli nuovi fiammanti. Secondo una stima della giapponese Nomura, nei centri urbani quasi l’ottanta per cento degli edifici ha meno di quindici anni di vita. Se si continua di questo passo, osservano gli analisti, nel 2018 le costruzioni precedenti al 2000 scenderanno al 6,5 per cento. Nella pazza corsa al nuovo, c’è chi si defila. Come Mr. Zhao Wenlong. Nel 2000, ha acquistato un terreno di circa 10mila metri quadrati nel distretto di Songjiang, a quaranta minuti di macchina da Shanghai, per farne un parco della memoria. Hui Zhen Wu, la ‘casa dei tesori’, raccoglie architetture tradizionali cinesi dall’epoca Ming in poi. Ville, case rurali, aule scolastiche, archi, ponti, padiglioni, anche una residenza di famiglia dell’ex vice presidente della Cina, Rong Yiren. Tutti comprati, smontati, portati a Songjiang e rimontati pezzo a pezzo da una squadra di artigiani, che in qualche caso completa l’opera con nuovi innesti. È una storia di passione e spirito imprenditoriale, quella di Mr. Zhao. Ha cominciato giovanissimo, collezionando arredi d’epoca Ming e Qing, e dopo averne fatto un business è passato dai mobili a interi edifici. In Cina il suo non è un caso isolato. Con le quotazioni dell’antiquariato, è cresciuto anche il numero di collezionisti di architetture antiche, spesso smantellate e lasciate inutilizzate nei magazzini in attesa di un acquirente. Le sue, Mr. Zhao le mette a dimora a Songjiang, dove si è anche trasferito a vivere. Si sente un guardiano della tradizione. Ha detto di essere stato ispirato da un grand tour in Italia, dove ha visto artefatti in legno provenienti da antiche case cinesi esposti in mostra come una reliquia nei musei. Sarebbe una tragedia, ha pensato, se le generazioni future potessero apprezzare l’architettura tradizionale della Cina solo fuori dal Paese.
Pur non avendo una formazione da architetto, Mr. Zhao orchestra e assiste la squadra impegnata nella costruzione di Hui Zhen Wu. In questo senso, è un paesaggista autodidatta. È un figlio d’arte, visto che padre e nonno erano orticoltori al Guilin Park, nel distretto di Xuhui. Aperto al pubblico su appuntamento, Hui Zhen Wu raduna nelle case ricostruite le consistenti collezioni di antiquariato di Mr. Zhao. Periodicamente ospita anche mostre di arte contemporanea. Non solo un’operazione nostalgia, insomma. «Con la conservazione di elementi del passato possiamo contribuire a creare un presente migliore», dice il manifesto programmatico. La ‘casa dei tesori’ non fermerà le ruspe, ma un segno l’ha lasciato se un gruppo come Hermès si richiama a questa esperienza nel presentare la nuova Maison a Shanghai, la quinta nel mondo dopo Parigi, New York, Tokyo e Seul. «Abbiamo aperto la nostra prima boutique a Pechino nel 1997», dice Pierre-Alexis Dumas, Direttore Artistico della Maison, «ricordo che camminavo per la strada con mio
LA MAISON HERMÈS OCCUPA UN EDIFICIO IN MATTONI DEI PRIMI NOVECENTO. È UNA SFIDA ALLE SCATOLE LUCCICANTI DEGLI SHOPPING MALL
padre Jean Louis Dumas e lui fermandosi davanti a un palazzo meraviglioso mi disse: ‘Sarebbe formidabile se Hermès avesse una Maison in Cina come quella in Faubourg St Honoré a Parigi’. Quel palazzo è stato in seguito raso al suolo, in compenso abbiamo trovato questo di Shanghai». L’edificio, dei primi Novecento, è stato completamente restaurato. «La scelta di questa sede è stata guidata dal contrasto tra il carattere effervescente della metropoli e l’heritage storico di Huaihai Road», aggiunge Dumas, «è una vera e propria casa, discreta nei materiali così come nell’architettura, che associa i mattoni, la pietra e il legno». Contemporanei gli interni, con una grande scala, fregi di ispirazione greca e pavimento in pietra locale proveniente dalla regione di Guizhou. «Nell’insieme un luogo unico che ci permette di regalare un’esperienza nuova a Shanghai e ai nostri clienti». E anche la prova che in Cina c’è ancora un margine di spazio per il recupero. Prima che sia davvero troppo tardi. MAUSMUSEUM.COM HERMES.COM