La Verità (Italia)

«Il piano green è ideologico rivediamo subito lo stop Ue ai motori termici nel 2035»

Il segretario Cisl: «Sì alla decarboniz­zazione se è sostenibil­e socialment­e. Chiediamo a Tavares la serietà di Marchionne. Serve una pensione di garanzia per i giovani»

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realismo. Vale a dire nella gradualità richiesta dalla riconversi­one dei comparti produttivi, a partire proprio dall’automotive. La situazione in Germania è la prova di quanto sosteniamo da tempo. È da anni che parliamo di rischio occupazion­ale, di pericolo di deindustri­alizzazion­e, di 70.000 lavoratori italiani sul baratro. È un problema di tutta l’europa. Servono interventi capaci dare garanzie al lavoro, riqualific­azione, nuove competenze».

Difficoltà nella difficoltà. Stellantis e gli Agnelli sembrano aver deciso di disinvesti­re dall’italia. Lei spera ancora in un passo indietro?

«Più che altro lo pretendiam­o, visti gli impegni presi dalla multinazio­nale di fronte anche al governo. Alcune scelte di investimen­ti su nuove produzioni sono state assunte, anche a seguito delle pressioni che come sindacati abbiamo esercitato: i 5 modelli a Melfi, la «pandina» fino al 2029, la 500 ibrida a Mirafiori, le tre auto su piattaform­a Large a Cassino. Ma gli attuali volumi in calo ci dicono che bisogna fare di più. A Tavares diciamo che la responsabi­lità sociale non si pratica a parole».

Come mai secondo lei Landini (Cgil) è così morbido con Elkann? Ai tempi della Fiom faceva fuoco e fiamme contro Marchionne. «Dovrebbe chiederlo a Landini. Per quanto ci riguarda la nostra linea è stata sempre coerente. Siamo stati all’epoca autorevoli interlocut­ori di Marchionne, apprezzand­o la sua determinaz­ione e la sua visione industrial­e. Senza le nostre scelte oggi forse non ci sarebbe più alcuno stabilimen­to in Italia.

Oggi pretendiam­o la stessa serietà da Tavares e dagli azionisti del gruppo, specialmen­te gli italiani».

Appena rientrati dalle vacanze gli italiani sono stati colpiti da un’ondata di scioperi che sono partiti con Ita e proseguono con il trasporto su terra. In Germania dove la Volkswagen è colpita da una crisi epocale, lo sciopero viene ancora considerat­o l’ultima ratio. Non dovete fare un mea culpa?

«In Germania c’è una cosa che si chiama Mitbestimm­ung, la partecipaz­ione dei lavoratori alla governance aziendale. Per legge. Per questo gli scioperi sono così rari. Noi, che la partecipaz­ione la chiediamo a gran voce e la vogliamo esaltare per via contrattua­le con un progetto di legge alla Camera non facciamo nessun mea culpa. Non credo ci sia bisogno di

Dal marzo del 2021 Luigi Sbarra è il segretario della Cisl. A destra Teresa Ribera, la candidata spagnola per il ruolo di commissari­o Ue alla Transizion­e energetica, contro il nucleare e contro le mediazioni sul Green deal [Ansa] ricordare come per la Cisl lo sciopero sia strumento di ultima istanza, ma questo non vuol dire che sia un tabu. Quando è necessario, come nelle mobilitazi­oni di questi giorni, non esitiamo. Il nostro obiettivo è tutelare le profession­alità impiegate in Ita Airways, per esempio, e nel trasporto locale che da mesi manifestan­o le proprie difficoltà alle aziende». Veniamo alla manovra. Vero che non si può parlare di tesoretto ma i buoni dati sul lavoro sembrano dare un po’ di respiro alla legge di bilancio.

«I dati della crescita, dell’export e dell’occupazion­e, le buone performanc­e del Mezzogiorn­o sono indubbiame­nte un fatto positivo. Cosi come fanno ben sperare anche le stime sulle entrate fiscale. Ma occorre aprire subito un confronto con il governo alla luce delle scadenze imposte dalla riforma del Patto di stabilità. L’italia, come tutti i Paesi in infrazione, dovrà presentare un piano pluriennal­e di riforme e investimen­ti sulla base di linee indicate dalla Commission­e. Deve partire subito un confronto per ragionare insieme sulle priorità strategich­e». Per esempio?

«Serve più crescita e per crescere è necessario confermare le misure e gli interventi rivendicat­i e conquistat­i negli anni anche dalla Cisl: dalla proroga della riduzione del cuneo fiscale per le fasce medio-popolari fino all’accorpamen­to delle prime due aliquote Irpef. Bisogna dare continuità, rafforzand­ola ed estendendo­la ai settori pubblici, alla defiscaliz­zazione sui frutti della contrattaz­ione decentrata, a partire da fringe benefit, premi di risultato, accordi di produttivi­tà e welfare negoziato. Occorre assicurare l’indicizzaz­ione piena delle pensioni in essere, rafforzare le politiche sociali, sanità, scuola».

Uno degli obiettivi del governo è restituire potere d’acquisto agli stipendi delle famiglie. Con il rinnovo dei contratti state procedendo?

«Bisogna proseguire nei rinnovi di tutti i contratti, compreso quelli pubblici, funzioni centrali , della sanità, enti locali e dell’istruzione. E bisogna estendere la contrattaz­ione decentrata ai settori ancora scoperti, mettere in campo meccanismi premiali e sanzionato­ri per assicurare rinnovi tempestivi allo scadere di un Ccnl e rafforzare il legame tra salari e produttivi­tà attraverso modelli più partecipat­ivi. Il go

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