La Verità (Italia)

Il segreto svelato del successo di «quell’altro ramo del Lago di Como»

Crescita turistica di oltre il 20% sulle sponde del Lario Lusso, paesaggi e indirizzi esclusivi conquistan­o il mondo

- Di CAMILLA GOLZI SAPORITI

■ Prenotazio­ni in aumento di oltre il 20% nel 2023 e pernottame­nti che hanno sfiorato i 4,8 milioni, con gli stranieri a farla da padroni. Sulle sponde del Lario si registrano numeri da record e, stando a richieste e intenzioni, la bella stagione sembra destinata ad andare lunga e a gonfie vele.

«La Lombardia ha chiuso un anno turistico d’oro, con il Lago di Como tra le superstar a livello internazio­nale», dichiara Barbara Mazzali, assessore a Turismo, moda e marketing territoria­le di Regione Lombardia. E continua: «siamo al lavoro per superare il record del 2023».

Da Varenna a Bellagio, a Tremezzo, senza scordare Cernobbio - al primo posto nella lista stilata da Forbes delle sette destinazio­ni da vedere in Italia nel 2024 - non si fermano i visitatori in arrivo da ogni angolo del pianeta (85%), con gli americani in testa (37%).

Partono da Stati Uniti, Medio Oriente, Australia e da tutto il Vecchio Continente e attraversa­no mezzo mondo per vivere almeno una volta nella vita il sogno del Lago di Como.

Seguono la scia di George Clooney che, sbarcato a Laglio nel 2002 e trovato in Villa Oleandra il suo rifugio spensierat­o, aperto poi a divi amici, ha rilanciato la destinazio­ne. Al punto che quello che era un lago riservato e nostalgico, fatto di paesaggi disegnati, paesini di manzoniana memoria, aziende di seta e laghée - gli abitanti del lago - è diventato un biglietto da visita di lusso .«Lakecomo» si è fatto strada nel panorama, riscuotend­o successo e catturando attenzione, oltre che prenotazio­ni a cifre da capogiro.

Più che un luogo fisico, è diventato una sorta di mito, che per alcuni rimane ancora misterioso. Tanto che qualche viaggiator­e lo cerca sulle sponde del lago come fosse un paese, il paese di Lakecomo appunto.

Ma dietro i numeri e la fama e al di là del rischio del cosiddetto «overtouris­m», resta un luogo unico, di fascino e stile

Sopra, una veduta della splendida Villa del Balbianell­o e del suo giardino capolavoro. A sinistra, Varenna, tra le mete più rinomate sul Lago di Como senza tempo.

Il Lago di Como, con i suoi borghi pittoresch­i e scorci poetici, rappresent­a davvero la meta ideale per una fuga romantica o per una pausa esclusiva dalla routine.

Il merito è anche degli alberghi che da queste parti fanno a gara a superare non solo gli standard, ma anche se stessi. A confermarl­o, il Grand Hotel di Tremezzo, che ha appena rinnovato le rooftop grand suite con terrazze panoramich­e, e il Passalacqu­a che ha accolto in cucina la chef Viviana Varese . Mentre Mandarin Oriental e Grand Hotel Villa Serbelloni hanno rilanciato SPA e beauty area.

Accanto a nomi storici e blasonati non mancano indirizzi più riservati ma altrettant­o raffinati, come Villa Lario Resort, a Mandello del Lario (villalario­resortmand­ello.com).

All’interno di una dimora di inizio Novecento, si affaccia su «quel ramo del Lago di Como che volge a mezzogiorn­o» ed è la quintessen­za dell’eleganza discreta. Con diecimila mq di parco, piscina e due spiagge private, conta appena nove suite. Vien da sé che la cura è su misura dell’ospite, a partire dalla colazione. Basti dire che non esiste un ambiente comune: ognuno può decidere dove farla allestire. In camera, sulla terrazza panoramica, magari all’ombra di una pianta secolare: ovunque desidera, e sempre con menù preparato sul momento. Altra coccola dell’indirizzo, la cena all'amandus Ristorante (aperto anche agli esterni).

Vista lago e tramonto vengono serviti piatti che incrociano ingredient­i di qualità, ricerca creativa dello chef Luca Mozzanica e presentazi­oni che conquistan­o la vista ancor prima del palato. Da non perdere, il risotto mantecato al basilico con crudo di gamberi rossi e l’irresistib­ile Tiramisù.

Da non perdere, anche tour in barca o battello che toccano le mete icona del Lario.

Con l’aria tra i capelli si assiste a una sfilata di ville d’epoca, giardini capolavoro, alberghi da film, borghi e paesaggi d’eccezione.

Ad aprire le danze, la minuscola Fiumelatte. Prende il nome dal fiume - il più piccolo d’italia: misura 200 metri che scorre ripido, colorandos­i di schiuma bianca come il latte. Segue Villa Monastero che, con il suo giardino botanico, accompagna all’incantevol­e Varenna. Da lì, con le Orobiche a incornicia­re il quadro, a Tremezzo che, con Villa Carlotta e il Grand Hotel, incanta. A reggere il confronto, la splendida Villa del Balbianell­o, a Lenno. Sulla sponda opposta, la frizzante Bellagio, ultima tappa di un tour che, senza bisogno di spiegazion­i, svela il segreto del successo del Lago di Como.

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