La Verità (Italia)

Salvini e Vannacci oggi in scena ma nel Carroccio si mastica amaro

Leghisti precettati per la presentazi­one del libro. Molti assenti per «impegni già presi»

- Di SARINA BIRAGHI CASO Roberto Vannacci, 55 anni, ex generale [Imagoecono­mica]

«Se a sinistra per le elezioni europee candidano Ilaria Salis non capisco perché noi non possiamo schierare Roberto Vannacci. È una scelta di libertà». Il vicepremie­r, ministro e leader della Lega, Matteo Salvini, ribadisce la bontà della sua scelta: l’ex generale candidato in tutte le circoscriz­ione e capolista al Centro. Oggi i due saranno insieme a Roma, al Tempio di Adriano, per l’uscita ufficiale del libro di Salvini Controvent­o. E pare che il segretario del Carroccio abbia «precettato» i leghisti per la presentazi­one, visti i numerosi maldipanci­a per la candidatur­a dell’autore de Il mondo al contrario e forse è per questo che molti telefoni squillano senza risposta. Nel frattempo il generale è al centro delle polemiche per le sue frasi infelici sulle classi separate per i disabili e per quel «Benito Mussolini statista», che hanno scatenato la ferma presa di distanza dei principali ministri leghisti. A cominciare da quello dell’economia, Giancarlo Giorgetti («Lui non è della Lega», ha detto senza mezzi termini).

Per il deputato Rossano Sasso, già sottosegre­tario all’istruzione, «la disabilità è un tema sempre importante per la Lega, nessuno può dirci nulla. E comunque Vannacci è un candidato di rottura, un po’ come lo era Salvini all’inizio, che porterà voti per andare in Europa ed evitare una maggioranz­a Ursula bis». Sasso oggi non sarà a Roma ma nella sua Bari per l’inaugurazi­one del comitato elettorale del candidato sindaco Fabio Romito ma non ha dubbi: «Se Salvini lo ha scelto significa che ci sarà gente che andrà a votare per lui». Anche per Domenico Furgiuele si tratta di un «valore aggiunto». «Purtroppo non sarò a Roma ma ne farò altre di presentazi­oni», ci dice invece il senatore Alessandro Morelli, impegnato in campagna elettorale e d’accordo sulla candidatur­a: «L’obiettivo di tutti deve essere uno solo: portare voti al partito». Ma non tutti la vedono così. L’europarlam­entare uscente Angelo Ciocca è sicuro: «Non temo Vannacci, prenderò più voti di lui. Se non succederà prometto di tingermi i capelli di rosso a pois verde». E sulle esternazio­ni del generale: «Vannacci sta pagando lo scotto di essere inesperto nel fare l’amministra­tore, che non è come guidare un mezzo militare. Bisogna stare attenti perché quando si citano soggetti fragili bisogna evitare che qualcuno, quell’affermazio­ne, la faccia diventare una questione di tifoseria». Un chiaro riferiment­o all’uscita sulle classi separate per i disabili a scuola.

Candidati a parte, molti esponenti leghisti del Nord sono dichiarata­mente ostili alla scelta fatta dal loro leader, una decisione che «peserà» sul futuro della segreteria dopo l’esito del voto. Tant’è che il caso Vannacci sta in qualche modo diventando il detonatore di tutte le tensioni che da tempo attraversa­no il partito fondato da Umberto Bossi e che con Matteo Salvini ha cambiato decisament­e pelle. Il presidente del Friuli-venezia Giulia, Massimilia­no Fedriga, ha detto di sperare che il generale «possa contribuir­e a fare delle liste forti e a ottenere un buon risultato per la Lega», ma che lui lavorerà per sostenere i tre candidati friulani. L’assessore regionale allo Sviluppo economico del Veneto, Roberto Marcato, ha dichiarato: «Vannacci non lo voterò mai e poi mai, manco morto». «Per fortuna ci sono le preferenze», è stata invece la battuta del vicepresid­ente del Senato, Gian Marco Centinaio, che n ei giorni scorsi aveva preso chiarament­e le distanze al generale, spiegando che al posto di Vannacci avrebbe preferito chi per anni si è impegnato dentro il partito. Aggiungend­o anche un episodio molto personale: «Io ho avuto un nonno picchiato dai fascisti a Pavia. La mia famiglia ha un’altra storia».

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