Duda vuole ospitare le atomiche Nato Le spie di Kiev: «A maggio fronte ko»
Zelensky chiede più armi: «Macron è pronto a schierare truppe francesi ai confini»
Come gettare benzina sul fuoco. Le dichiarazioni rilasciate dal presidente polacco Andrzej Duda in un’intervista al quotidiano Fakt - «Se i nostri alleati decidono di schierare armi nucleari nell’ambito della condivisione nucleare anche sul nostro territorio per rafforzare la sicurezza del fianco orientale della Nato, siamo pronti» - hanno scatenato una forte e prevedibile reazione verbale da parte di Mosca.
«L’esercito russo adotterà le misure necessarie per garantire la sicurezza nazionale se la Polonia ospiterà armi nucleari», ha fatto sapere il Cremlino attraverso una nota. Secondo Sergej Lavrov, si tratta di una mossa incendiaria che «potrebbe creare seri rischi strategici e aumentare il livello della minaccia nucleare». Il ministro degli Esteri russo ha aggiunto: «I Paesi occidentali sono sull’orlo di uno scontro militare diretto tra le potenze nucleari che potrebbe avere conseguenze catastrofiche». Duda, nell’argomentare questa ipotesi, ha spiegato che si tratterebbe di una contromisura preventiva in risposta al fatto che la Russia ha trasferito le sue armi nucleari in Bielorussia e sta militarizzando sempre più il distretto di Kaliningrad, l’exclave russa incastonata tra Polonia e Lituania che si affaccia sul mar Baltico. Sulla questione, ieri, è intervenuto anche Donald Tusk. Il primo ministro polacco ha chiarito che dovrà incontrare con urgenza Duda per discutere l’opzione messa sul tavolo dal presidente: «Questa questione riguarda in modo diretto la sicurezza polacca. Dovrò capire bene le intenzioni del presidente».
Intanto, da Kiev, Volodymyr Zelensky continua a pretendere che l’occidente adotti gli stessi sistemi difensivi utilizzati per contrastare l’attacco iraniano a Israele della notte tra il 12 e 13 aprile. Il leader ucraino, in vista della prossima visita di Emmanuel Macron, ha chiamato direttamente in causa la Francia: «Se i jet francesi con piloti francesi possono difendere i cieli di Israele, perché gli aerei francesi non possono difendere i cieli dell’ucraina?», ha detto l’ex comico in un’intervista, «Emmanuel non ha ancora discusso con me di queste questioni. Sta pensando a come rendere sicuri i confini dell’ucraina, magari con qualche contingente francese e io sono d’accordo».
Una posizione nettamente critica nei confronti dell’europa, sulla gestione diplomatica del conflitto in Ucraina tenuta fin qui, è arrivata ieri dall’ungheria. Prima con il premier Viktor Orbán che auspica, in vista delle Europee, una maggioranza pro pace che sostituisca «i burocrati di Bruxelles a favore della guerra». Poi con il ministro Péter Szijjarto che dal Consiglio Affari esteri ha ammonito l’ue di rispondere alla crisi ucraina con «preparativi simili a una guerra mondiale». Nel frattempo, la situazione al fronte per Kiev continua a peggiorare. A dirlo è stato il capo dell’intelligence militare, Kyrylo Budanov, che in un’intervista alla Bbc ha ammesso che a maggio le truppe russe intensificheranno l’offensiva.
I militari di Mosca stanno già avanzando in modo significativo nell’oblast di Donetsk, dove si preparano a occupare Chasiv Yar. A Kharkiv hanno abbattuto la torre della televisione. Tutto sembra ormai girare intorno alla tempestività o meno con cui saranno consegnate le armi promesse dagli Stati Uniti a Kiev. Dal Lussemburgo, il ministro degli Esteri italiano, Antonio Tajani, ha fatto sapere di essere al lavoro per consegnare a Zelensky i sistemi missilistici terra-aria Samp-t: «Faremo tutto il possibile per aiutare l’ucraina e dare le risposte attraverso gli strumenti che abbiamo».