Lucescu: «Noi, qui per vincere»
L’ex tecnico di Inter, Shakhtar e Dinamo Kiev «La Romania è un gran gruppo, Dragusin farà strada. Man e Mihaila giocatori chiave»
Mircea Lucescu è lucido come quando, da ragazzo, giocò contro Pelé e gli chiese la maglia. Il reperto ha acquisito più valore di un appartamento in centro a Milano. Ieri Lucescu era in viaggio, per Monaco, dove alle 18 guarderà la sua Romania nella partita più importante degli ultimi anni.
► Quante chance ci sono?
«Dico 50-50. La Romania è un gran gruppo, si vede da come giocano e da come trattano i fan. Hanno organizzazione e contropiede, non giocano per mettersi in mostra ma per vincere».
► Uomini chiave?
«Mi piacciono Man e Mihaila, che sono stati promossi col Parma. In Italia la A è il torneo dei presidenti, la B degli allenatori. Spesso è più difficile della A».
► Se dovesse indicare i giocatori pronti per una grande squadra?
«Dragusin è bravo e migliora a ogni gara, sarà buon difensore»
► Hagi non la convince, vero? Con quel cognome…
«Di simile a papà ha… il nome. Gheorghe prendeva la squadra sulle spalle, più potente, aggressivo. Calciava da metà campo e faceva sempre male. Ianis è più tecnico ma il paragone è duro».
► Un paio di divagazioni. Che è successo all’Italia?
«A livello giovanile siete forti, poi i ragazzi smettono di giocare. Il nostro gruppo invece è insieme da anni e si vede».
► E da tecnico che ha cresciuto tanti giovani, chi le piace qui?
«Arda e Kenan, i due turchi. Poi Pedri e Yamal, ma questo è facile. Dovrei pensarci bene».
► Chi vincerà?
«L’Inghilterra no, fa troppa fatica. Le riserve saranno importanti, quindi Francia e Spagna sono grandi candidate, io penso ci sarà una sorpresa. Austria, Svizzera, Turchia, non so».
► Non è che la sorpresa la fa lei e torna in panchina?
«Ho rifiutato tante soluzioni, non ho bisogno di soldi ma sono pronto. L’importante è allenare per essere il n.1. Anche in B, in C, o in D se mi chiamano».