La Gazzetta dello Sport

Milan perde il treno «È solo colpa mia» A Padova vince Merlier

Niente poker per l’olimpionic­o che perde la ruota dei compagni e trova il vento contro: il belga firma il bis

- di Paolo Marabini INVIATO A PADOVA

Il rilancio Volto pagina e ora penso all’ultimo sprint di Roma Oggi 19a tappa, Morteglian­oSappada, 157 km

La squadra si è mossa bene, sia durante la tappa sia nel finale, ma io sono scivolato indietro

La tappa di oggi sarà difficile, conosco bene quelle strade, si passerà vicino casa mia

Jonathan Milan

Non tutte le volate escono senza buco. Jonathan Milan se l’è trovato davanti sul più bello e addio poker, che tutti sul traguardo in Prato della Valle davano quasi per scontato. Quasi, appunto. Non basta essere il più forte e il più potente fra tutte le ruote veloci rimaste in gara in questo Giro, non basta avere la gamba ancora pronta, non basta disporre del treno più affiatato ed efficace. Anche perché le volate non sono mai scontate, non sono mai tutte uguali, soprattutt­o nascondono insidie a ogni angolo.

Volata caotica Così, in vista dell’arrivo - e il temporale scampato per una manciata di minuti grazie alla violenta accelerata del gruppo nel finale - CiclaMilan resta un po’ confuso nel caotico ultimo chilometro: perde le ruote dei compagni e rimane un po’ distante dal cuore dello sprint, quindi prova la rimonta zigzagando a tutta velocità fra un paio di avversari ma prende il suo bel vento in faccia, mentre l’esperto Tim Merlier, guidato anche da Julian Alaphilipp­e, sceglie la parte più protetta del rettilineo, quella vicina alle transenne, e brucia l’olimpionic­o del quartetto sulla linea, proprio come già aveva fatto nella prima volata a Fossano. Questione di una ventina di centimetri, che però bruciano assai, anche se il Toro di Buja, sbollita la delusione, vince il premio mea culpa. «Se guardo al bicchiere mezzo pieno - ammette Johnny con la consueta onestà - dico che la squadra si è mossa molto bene, ha fatto un super lavoro, sia durante la tappa sia nel finale. Ma se ho perso da Merlier è soltanto per colpa mia. Nel momento decisivo dello sprint ho perso le ruote di Eddy e Simo (Theuns e Consonni, ndr), che all’ultima curva erano nella posizione perfetta per lanciarmi. Io però ero scivolato un po’ indietro e in un arrivo così complicato non è stato facile risalire. Ci ho provato, certo, ma purtroppo non è bastato. Ci metto una pietra sopra e guardo all’ultima volata di Roma, anche se prima bisogna passare indenni le prossime due tappe di montagna. Già domani (oggi, ndr) sarà difficile, ma si va dalle mie parti, passeremo vicini a casa mia, e cercherò di godermela tutta».

Che regolarità Certo, si fa presto a parlare di sconfitta che brucia, soprattutt­o quando si è abituati bene. A proposito di bicchiere mezzo pieno, prendiamoc­i quindi questo ragazzo di 23 anni che è ancora in fase di maturazion­e, che sta ancora cercando di imparare a muoversi nei finali più concitati, eppure qui ha già incassato tre vittorie pesanti. Nelle ultime undici volate disputate con la seria intenzione di prendersi il risultato pieno, tra Giro 2023 e 2024 non è mai sceso sotto il secondo posto. Non c’è nessuno con la sua regolarità ad alto livello nelle volate, nemmeno Merlier («Qualcuno nei giorni scorsi ha scritto male di me, ho dimostrato che si sono sbagliati e che a Fossano non avevo vinto per caso» ha detto il belga della Soudal Quick-Step), che pure è già al nono centro stagionale e, dalla sua, ha tutta l’esperienza di 31 anni d’età e nove stagioni da pro’. Milan comunque c’è, teniamocel­o stretto.

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Tim Merlier (a sinistra), 31 anni, precede sul traguardo Jonathan Milan, 23, e Kaden Groves, 25.
È la sua terza vittoria al Giro: 2 quest’anno e 1 nel 2021
BETTINI Terza volta al Giro Tim Merlier (a sinistra), 31 anni, precede sul traguardo Jonathan Milan, 23, e Kaden Groves, 25. È la sua terza vittoria al Giro: 2 quest’anno e 1 nel 2021
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