La Gazzetta dello Sport

Il tecnico potrebbe restare con la qualificaz­ione Champions

Per un rinnovo, anche il mercato condiviso potrà fare la differenza A Casteldebo­le venerdì notte altra festa con 300 tifosi Il caffè con Cremonini

- di Matteo Dalla Vite BOLOGNA

Atanti, il fatto che Thiago Motta possa restare a Bologna anche il prossimo anno suona strano, quantomeno difficile, praticamen­te impossibil­e. Al tecnico del Bologna - in scadenza a giugno - sono stati accostati svariati club, in Italia e all’estero, dalla Juve al Milan, dal Psg a squadre portoghesi o di Premier. Ma niente è deciso: quando Thiago dice di «vivere tutto alla giornata, gara dopo gara» dice la verità.

Quel segnale a San Siro Anche nelle scorse ore c’è stato un sondaggio in proiezione: ma la risposta ancora non c’è. E per un po’ non ci sarà. Certamente Thiago ha saputo creare un feeling con la propria squadra unico e abbraccian­te, un’unione che ha cementato un gruppo non solo solido ma mentalizza­to sul “thiagomott­ismo imperante”: nel fare, nel giocare il calcio che si sa, nel restare sempre in partita e sviluppare le proprie idee anche quando le cose volgono al peggio. Le esultanze di massa ne sono la fo

● «Questa mattina sotto ai portici di una città innamorata. Grazie Thiago per tutta questa gioia»: firmato e postato da Cesare Cremonini, incontro gioioso dopo lo 0-1 di Empoli tografia più fedele, fra giocanti e panchinati. L’interrutto­re di tutto è riferibile a quando dopo un quarto d’ora di Inter-Bologna i nerazzurri erano sul 2-0: potevano crollare le certezze ma Thiago dalla panchina ha messo due dita sotto il mento comunicand­o un messaggio molto chiaro, «testa alta e giocare». Finì 2-2 e forse fu quello il “Big Bang”.

Da macchina a bolide? Thiago, dal settembre ‘22, ha fatto: 102 punti totali ed oggi, a 9 gare dalla fine, gli stessi 54 punti che furono quelli finali di un campionato fa. Bologna lo adora, prova ne sono i 300 tifosi presenti a Casteldebo­le ad attendere la squadra di ritorno da Empoli e la raccolta-firme per farlo restare. L’amore della città, la Champions da vivere col proprio calcio e una squadra da non “depauperar­e” (tema che verrà affrontato presto con la dirigenza) potrebbero convincerl­o a restare. Per vedere l’effetto che fa guidare in un circuito europeo per bolidi la sua macchina infernale.

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