Il presidente Fia avrebbe influenzato il risultato di un GP
La denuncia: un anno fa a Gedda impose di togliere una penalità di 10” ad Alonso
Chi se ne importa se Max Verstappen ammazza tutte le gare da due anni in qua e se a Sakhir ci ha già fatto capire di essere intenzionato a far fuori una dopo l’altra anche quelle di questa stagione. In questa Formula 1 c’è sempre da stare su chi va là, di certo non ci si annoia. Il caso-Horner ogni volta che accenna a sgonfiarsi viene subito ravvivato da qualche fonte anonima quando non direttamente da Jos Verstappen. E siccome era da un po’ che il presidente federale Mohammed Ben Sulayem non veniva coinvolto in qualche querelle, ecco tornare in campo anche lui. Peraltro in una vicenda che con l’Hornergate potrebbe persino avere un collegamento, o almeno la tempistica suggerisce che difficilmente si possa trattare di sfortunata coincidenza. In ogni caso: ieri la BBC ha rivelato che il n° 1 della Fia sarebbe sotto investigazione dal suo medesimo ente per una vicenda legata al GP di Arabia Saudita disputato a Gedda lo scorso anno. Gara di cui Ben Suleyem è accusato addirittura di aver falsato il risultato. Lo avrebbe fatto intromettendosi nell’esame di un ricorso relativo ad una penalità comminata a Fernando Alonso.
Gli eventi Vediamo i fatti, dunque. Per Alonso quel GP cominciò già male nel momento in cui posizionò in modo non corretto la sua Aston Martin sulla griglia. Errore che gli costò 5” di penalità da scontare in gara, al pit stop. Durante i quali però uno dei tecnici toccò il retro della sua monoposto con un cric. Manovra vietata, ovviamente, e altri 10” da aggiungere al tempo finale. Al traguardo Alonso era arrivato 3°, per il suo centesimo podio. Sul quale salì sorridente, insieme a Max Verstappen e a Sergio Perez vincitore. Salvo poi ritrovarsi 4°, perché i 10” lo avevano retrocesso, a beneficio di George Russell. Ed è lì che sarebbe entrato in scena Ben Suleyem. Fino a ieri quel che sapevamo è che il ricorso presentato dall’Aston Martin era stato accolto e che il podio della pista alla fine era stato ripristinato. Secondo la denuncia contenuta nel report visionato dalla BBC, Ben Sulayem avrebbe chiamato lo sceicco Abdullah bin Hamas bin Isa Al Khalifa, vicepresidente FIA per lo sport in Medio Oriente e Nord Africa, presente sul posto, al quale avrebbe fatto capire che la penalità sarebbe stata da revocare. Ignota la ragione del presunto favoritismo. Si può solo supporre che un podio per il team sponsorizzato dal gigante petrolifero Saudi Aramco, in casa, sarebbe stato gradito. Ma questo è tutto da dimostrare. La BBC ipotizza che il fatto sia passato inosservato anche a causa di un fraintendimento sul rapporto redatto da Paolo Basarri, responsabile della conformità degli atti. Che avrebbe evidenziato l’anomalia utilizzando il verbo “pretend” per descrivere le richieste del presidente Fia. La BBC suppone che intendesse il verbo nel senso italiano di pretendere, quando in inglese “to pretend” significa “fingere, far finta di”.
Tempi sospetti Ora la palla passa al comitato etico Fia, che avrebbe tra le 4 e le 6 settimane per esprimersi. Di certo c’è che la F.1 sembra non essere mai stata tanto tormentata. Col sospetto che sotto ci sia molto di più. Solo l’altro ieri era stato rivelato che Ben Sulayem si sarebbe schierato per Horner nella avvelenata vicenda che lo vede accusato di “comportamenti impropri” con una dipendente Red Bull. Il presidente Fia avrebbe chiesto a Max Verstappen di prendere con un po’ più di energia le difese del team principal. Ricevendo peraltro un rifiuto. E a nemmeno 24 ore di distanza, ecco il report finito tra le mani della BBC...