«Fra un paio di settimane sarà guarito Non c’è il rischio del contagio»
Il Professor Andrea Gori è il direttore/responsabile malattie infettive dell’ospedale Sacco, Università degli studi di Milano.
1Professore in quanto tempo ci si riprende dalla malaria?
«Ovviamente dipende dalla gravità della malattia e varia da soggetto a soggetto. In linea di massima, se trattata correttamente come sarà sicuramente per Kouame, nel giro di una settimana dovrebbe passare tutto. Bisogna aggiungere qualche giorno in più per recuperare del tutto: fra 15 giorni il giocatore dovrebbe rivedere il campo».
2C’è il rischio che abbia contagiato i compagni?
«No, nessun rischio perché la malaria non si trasmette per contagio diretto ma soltanto attraverso le punture delle zanzare infette, che non sono presenti in Italia».
3Questa malattia può lasciare strascichi nel lungo periodo?
«Se curata correttamente, come sarà in questo caso, no. Quando la malattia sparisce, lo fa del tutto...»
4Qual è stato l’”errore”, se così si può chiamare, commesso da Kouame?
«E’ un problema molto diffuso. Succede spessissimo che le persone africane quando tornano al loro paese di origine contraggano la malattia. Questo perché quando vengono in un Paese indenne dalla malaria, come ad esempio l’Italia, loro sono protetti: l’hanno fatta due, tre, quattro volte da bambini e il loro fisico ha sviluppato l’immunità. Il problema è che dopo qualche anno questa immunità svanisce e il corpo ritorna vulnerabile. Così quando vengono punti dalla “famosa” zanzara la riprendono. L’avvertenza vale dunque per tutti: prima di partire per i Paesi a rischio serve fare la profilassi, solo così ci si protegge dalla malaria».