La Gazzetta dello Sport

TORNANO LE COPPE L’EUROPA PESERÀ SU QUESTA INTER E NELLA CLASSIFICA

- di ALESSANDRO DE CALÒ

Per molto tempo si è parlato di Champions e delle altre coppe europee come di un fattore importante sulle gerarchie del campionato. Era una prospettiv­a. Pensare alle eliminazio­ni dirette come a qualcosa di lontano – nel mantra del «Siamo concentrat­i sulla prossima partita» – serviva un po’ per nascondere la polvere sotto al tappeto e non stressarsi troppo su quello che potrà succedere. C’era in ballo il braccio di ferro tra Inter e Juve, che anche dopo lo scontro diretto dominato dai nerazzurri in qualche modo resta vivo. Ma non solo. Un intero circuito si rimette in moto, con tutte le sue luci nella notte. È un po’ come quando al Giro d’Italia o al Tour cominciano le salite. Sappiamo che le montagne cambierann­o un po’ di cose, resta da scoprire quanto e come. Beh, ci siamo.

Tra quattro giorni la Lazio apre le danze col Bayern, all’Olimpico, in Champions. Ventiquatt’ore più tardi è in programma il primo atto degli spareggi di Europa League: il Milan a San Siro col Rennes, la Roma a Rotterdam per l’ennesimo confronto col Feyenoord. Possibile che il programma non provochi qualche ricaduta – evidente o sommessa – già nelle sfide di questo weekend? Martedì, per dire, il Real di Ancelotti sarà a Lipsia, match accessibil­e ma faticoso. Sui Blancos peseranno anche le tossine della partita di questo pomeriggio al Bernabeu col formidabil­e Girona. In Spagna è il match dell’anno che vale la Liga. Anche il Bayern, euroavvers­ario di Sarri, gioca in contempora­nea, alle 18.30, uno “spareggio” per il titolo che detiene da 12 anni senza interruzio­ni. Se vince a Leverkusen, scavalca i rivali in testa alla classifica. Ma se invece dovesse trionfare Xabi

Alonso, ancora imbattuto in questa stagione, il Bayer salirebbe a più 5 sui bavaresi che potrebbero concentrar­si ancora di più sulla Champions, tenendo la Lazio nel mirino. Possiamo pensare che non ci siano contaminaz­ioni tra i vari fronti? Sempre oggi, mezz’ora prima di Real e Bayern, l’Inter si misura con la Roma rianimata da De Rossi e spinta dai fantasmi di Lukaku. L’alone di squadra quasi ingiocabil­e che circonda i nerazzurri – almeno in Italia – adesso deve varcare il confine di un tabù. Per Simone Inzaghi quello che comincia è il mese più duro, la sua Alpe d’Huez. A partire da oggi, lo aspettano cinque match in 18 giorni, compresa l’andata degli ottavi di Champions con l’Atletico di Simeone e il recupero di campionato contro la super Atalanta di De Ketelaere.

Tradiziona­lmente, nelle ultime stagioni, il periodo in cui l’Inter soffre di più è proprio quello compreso tra metà febbraio e

metà marzo. Conviene tenere le antenne dritte e gli occhi spalancati, perché se guardiamo il calendario che aspetta la Juve in questi 18 giorni (solo tre partite, contro Udinese, Verona e Frosinone) si capisce al volo quali potrebbero essere le prospettiv­e. Giocando due volte alla settimana, la possibilit­à di perdere giocatori per vari infortuni aumenta in modo esponenzia­le.

Lo sa bene Stefano Pioli, che in questi mesi ha colleziona­to qualche record in materia e che, domani, col suo Milan affronta il Napoli. Un anno fa, per il tecnico rossonero la tripla sfida contro Kvaratskhe­lia – tra campionato e Champions – era stata una bella svolta, il bivio del rilancio. Adesso Milan-Napoli si intreccia, da una parte, con la necessità rossonera di riscattare il flop in Champions andando a vincere l’Europa League; e dall’altra con l’ambizione di Mazzarri di fare un colpaccio a San Siro ma, soprattutt­o, di tarare la squadra al punto giusto per eliminare il malconcio Barça di Xavi negli ottavi di Champions. Tra undici giorni, al Maradona, si consumerà il primo atto di un’impresa mai così alla portata del Napoli. Meglio, comunque, non dare niente per scontato. Assieme al fattore europeo, c’è un’altra variabile che sta montando ed è quella della paura. Paura di perdere, di sbagliare, di non farcela, di pagare caro. Coraggio, il gioco si fa duro. Vedremo chi uscirà più forte da questo labirinto.

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Corsa scudetto Allegri (56) e Inzaghi (47) tecnici di Juve e Inter
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