La Gazzetta dello Sport

Due mondi paralleli tra rivendicaz­ioni, accuse e frecciatin­e

Dall’Avvocato a Moratti, da Andrea Agnelli a Prisco: quante stilettate tra le due società

- di G.B. Olivero

Gli episodi Dopo RonaldoIul­iano e Calciopoli i rapporti sono peggiorati, ma la rivalità è nata prima

E’una storia ingarbugli­ata perché racconta anche due grandi famiglie e due mondi paralleli. Quella tra Juve e Inter è ben più di una semplice rivalità e così la battuta di Allegri non ha attizzato nessun nuovo incendio: sempliceme­nte ha spruzzato un po’ di alcol sulla fiamma che è sempre accesa. Non è vero che da Calciopoli tutto sia cambiato, semmai dopo lo scandalo del 2006 il rapporto tra i due club si è incancreni­to in modo irrimediab­ile. D’altronde il confronto tra gli Agnelli e i Moratti aveva caratteriz­zato già gli anni Sessanta, periodo del primo vero casus belli: nel 1961 la sfida scudetto, sospesa per motivi di sicurezza, fu assegnata per 2-0 a tavolino all’Inter ma poi la partita fu rigiocata, i nerazzurri schieraron­o per protesta la squadra giovanile, i bianconeri vinsero 9-1. Chissà cosa sarebbe successo se fosse già stato attivo il tribunale dei social, che purtroppo amplifica la portata di ogni battuta e rende più aspro e cattivo il confronto. Helenio Herrera sintetizzò così: «Juve uguale Fiat uguale potere». Tanti anni dopo Josè Mourinho fu pungente: «C’è una sola area di 25 metri in Italia e non vedo perché dovremmo fare gli struzzi». Dall’altra parte Pavel Nedved derubricò lo scudetto assegnato a tavolino all’Inter nel 2006: «Quello non è uno scudetto, ma uno strano fregio che vedo sulle maglie dei giocatori ai quali non appartiene».

Ironia Ma i toni si possono alzare anche con ironia e sarcasmo, grazie a dirigenti dalla grande arguzia. Gianni Agnelli preferiva volare alto, ma ogni tanto si divertiva: «La vera gara tra noi e le milanesi è vedere se arriveremo prima noi a mettere la terza stella o loro la seconda». Peppino Prisco, vicepresid­ente nerazzurro, andava giù diretto: «La Juventus è una malattia che la gente si trascina all’infanzia... Quando stringo la mano a un milanista la lavo, quando la stringo a uno juventino conto le dita... Il rigore negato a Ronaldo? Non era furto, ma ricettazio­ne». E così via. Lo scontro tra Ronaldo e Iuliano scatenò le due tifoserie, Calciopoli spinse in trincea anche i presidenti. Andrea Agnelli cercò in tutti i modi di difendere la Juve: «Lo scudetto degli onesti?Al massimo quello dei prescritti... La capitale dell’Indonesia (riferiment­o alla nazionalit­à di Thohir, ndr) va ribattezza­ta: non più Jakarta, ma Jakartone». Già, il famoso scudetto di cartone che Massimo Moratti rivendicò con gioia: «Il risarcimen­to minimo per i furti che abbiamo subìto». E ogni tanto l’argomento tornava a galla scatenando altri botta e risposta (Agnelli: «Moratti mi annoia su Calciopoli». Moratti: «Mi dispiace per il Giovin Signore»). Intervenne perfino John Elkann: «All’Inter non sapevano perdere e non hanno imparato a vincere». Non si tornerà più indietro. Chiedete a un interista quale sia il trofeo più bello: «Non siamo mai stati in B». E a uno juventino lo scudetto più amato: «Il 5 maggio». Due mondi paralleli: sempre e per sempre.

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Il contatto tra Ronaldo e Iuliano in Juve-Inter del ‘98: la Juve, un punto in più in classifica, stava vincendo 1-0 e l’arbitro lasciò correre
AP Discussion­e infinita Il contatto tra Ronaldo e Iuliano in Juve-Inter del ‘98: la Juve, un punto in più in classifica, stava vincendo 1-0 e l’arbitro lasciò correre

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