La Gazzetta dello Sport

TUTTO PER L’OLIMPIADE

Van der Poel boom batte Verstappen « Strada e Mtb, così sogno Parigi»

- Di Davide Romani INVIATO A MOL (BELGIO)

« Vincere 7 Mondiali nel cross come Eric De Vlaeminck è un’ispirazion­e»

Con un belga – Remco Evenepoel – si allena spesso in Spagna nella zona di Calpe, dove entrambi hanno base. Con un altro – Wout Van Aert – ama sfidarsi nei mesi invernali sui percorsi complicati ma spettacola­ri delle prove di ciclocross: 4 vittorie in altrettant­e uscite tra il 16 e il 26 dicembre, mettendo in mostra una condizione straordina­ria che lo ha portato, nel successo di Coppa del mondo del 23 dicembre ad Anversa, a rimontare 24 posizioni dopo un problema con un pedale. Tra una partita di golf e un giro con bolide – è testimonia­l della Lamborghin­i -, Mathieu Van der Poel si sta preparando così alla stagione su strada che lo proietterà a tutta velocità verso un 2024 ricco di appuntamen­ti segnati con il circoletto rosso sulla propria agenda. L’olandese sta vivendo un momento unico nella sua carriera. Il Mondiale nel cross e su strada gli consente di non togliere (quasi) mai il simbolo del primato. Il dominio del colore bianco nel suo aspetto – la bicicletta e la maglia iridata - lo rende quasi come una divinità che sbuca tra le nuvole del maltempo belga e doma il mezzo tra fango, sabbia, sterrato, passaggi con la bicicletta in spalla. Una destrezza pari a quella di un pilota di Formula 1. E non è un caso che in Olanda il 28enne figlio di Adrie (vinse Fiandre 1986 e Liegi nel 1988) e nipote di Raymond Poulidor (una Vuelta nel 1964 e una Sanremo nel 1961) si gode il titolo di sportivo dell’anno nel proprio Paese.

► Van der Poel, gli olandesi l’hanno preferita al campione del mondo di Formula 1 Max Verstappen. È contento?

«È bello essere votato sportivo dell’anno nel proprio Paese (anche se lui è nato e vive in Belgio, ndr) soprattutt­o se si arriva davanti a un campione come Verstappen. Ma è sempre difficile il confronto con sport diversi».

► Dalla strada al cross, come vive la rivalità con Van Aert?

«Con entrambi sulla linea di partenza c’è la certezza che entrambi proveremo a vincere. Trovarci insieme al via non è una novità per me».

► Van Aert ha detto che farà meno gare di ciclocross perché gli hanno tolto energia per gli impegni su strada. Lo pensa anche lei?

«So cosa significa il discorso fatto da Wout ma per me il cross rappresent­a ancora una buona preparazio­ne per la mia stagione su strada e il Mondiale (il 4 febbraio a Tabor in Repubblica Ceca, ndr) è ancora un obiettivo. Ma non posso dire come penserò nei prossimi anni. Le cose possono cambiare».

► Con 5 titoli mondiali di cross si trova a due maglie iridate dal record del belga Eric De Vlaeminck, arrivato a 7 tra il 1966 e il 1973.

«Questo traguardo è uno dei motivi per cui continuo a partecipar­e a gare di ciclocross».

► Dopo il Mondiale di cross, la sua attenzione si sposterà sulle corse su strada. Ha già un programma definito?

«Al momento sono focalizzat­o sulla rincorsa al 6° titolo iridato di ciclocross. Non mi sto interessan­do ad altro. Solo dopo mi concentrer­ò sulla pianificaz­ione del resto della stagione. Di sicuro, nella programmaz­ione sarò guidato dalla stella polare chiamata Olimpiade. Dovremo studiare il miglior avviciname­nto a Parigi, magari in combinazio­ne con il Tour de France. Un puzzle difficile ma possibile».

► Nel 2023 ha vinto MilanoSanr­emo, Parigi-Roubaix e il Mondiale su strada a Glasgow. Difficile ripetersi nel 2024. A cosa punterà?

«Non cambierann­o di molto le mie ambizioni. Guarderò con ambizione alle Classiche e poi Parigi. Per quanto riguarda i Giochi, non ho ancora deciso se correre la gara su strada (il 3 agosto) o la prova di mountain bike (il 29 luglio) o entrambe, ma sarà sicurament­e un grande obiettivo».

► A quali Monumenti punta?

«Non è ancora definito il piano completo delle corse a cui parteciper­ò, ma per le Classiche più importanti dovrei essere al via di Sanremo, Fiandre e Parigi-Roubaix. Solo dopo farò il punto sulla mia condizione e se sarà buona ci sarà la possibilit­à che partecipi anche alla LiegiBasto­gne-Liegi. Ad oggi il Giro di Lombardia non è un’opzione, perché è un appuntamen­to per veri scalatori».

Passione So quello che pensa Van Aert, ma il cross è ancora una buona palestra per la strada

Piani La stella polare del 2024 si chiama Olimpiade. C’è anche l’ipotesi di fare il Tour

► Nel 2024 indosserà la maglia di campione del mondo. La nuova edizione sarà poi in Svizzera, il 29 settembre, sul circuito di Zurigo. Proverà a riconferma­rsi?

«Il percorso non l’ho ancora studiato nel dettaglio ma mi hanno detto che potrebbe fare al caso mio. Quindi sì, spero di difendere la mia maglia iridata. Ma è una cosa a cui prestare attenzione dopo le Olimpiadi».

► Pogacar ha annunciato che parteciper­à a Giro e Tour inseguendo una doppietta nella stessa stagione che non riesce dal 1998 con Marco Pantani. Avrà un rivale in meno nelle classiche di primavera, contento?

«Naturalmen­te, se Pogacar unisce Giro e Tour, è quasi impossibil­e essere al massimo livello nelle classiche del Nord. Certo, mi mancherà un po’. È sempre bello avere uno dei migliori interpreti della disciplina a cui piace rendere la gara dura. È un buon compagno di viaggio e non averlo al via non sarà bello».

► Pensa che Tadej possa riuscire nel suo progetto?

«Non è una combinazio­ne facile riuscire a vincere Giro e Tour, ma Pogacar è estremamen­te talentuoso e ha tutto per provarci. Non conosco quante forze sta mettendo in campo per fare un Giro d’Italia da protagonis­ta, ma sono sicuro che lui e i tecnici che lo seguono abbiano pensato alla miglior preparazio­ne possibile per riuscire a essere protagonis­ta in entrambi i grandi giri».

► Passerà il Capodanno tra una corsa di cross e l’altra in Belgio: il 29 all’Exact Cross di Loenhout, il 30 in Coppa del Mondo a Hulst e il 1° gennaio a Baal. Ci sarà poco tempo per festeggiar­e il nuovo anno. Ha un desiderio per il 2024?

«Per quanto mi riguarda personalme­nte spero di godermi il mio anno in maglia iridata e di poter confermare tutte le cose belle del 2023. Se alzo lo sguardo e penso oltre lo sport non ho dubbi: più pace nel mondo».

«Sì, Tadej può fare doppietta Giro-Tour Ma nelle classiche lui mi mancherà »

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 ?? ?? 1 Eletto sportivo dell’anno in Olanda davanti al 3 volte re della F.1, è testimonia­l Lamborghin­i e si rilassa con il golf
1 Eletto sportivo dell’anno in Olanda davanti al 3 volte re della F.1, è testimonia­l Lamborghin­i e si rilassa con il golf
 ?? INSTAGRAM ?? 2 Velocità, adrenalina e relax 1. Mathieu Van der Poel, 28 anni, con la divisa da iridato strada e cross, e impegnato nel test event sul percorso olimpico 2024 della mountain bike a Elancourt, a ovest di Parigi BETTINI-GETTY
2. Con la Lamborghin­i Urus: VdP è testimonia­l del marchio italiano
3. Un’altra grande passione è il golf: eccolo allenarsi sul green in Spagna
INSTAGRAM 2 Velocità, adrenalina e relax 1. Mathieu Van der Poel, 28 anni, con la divisa da iridato strada e cross, e impegnato nel test event sul percorso olimpico 2024 della mountain bike a Elancourt, a ovest di Parigi BETTINI-GETTY 2. Con la Lamborghin­i Urus: VdP è testimonia­l del marchio italiano 3. Un’altra grande passione è il golf: eccolo allenarsi sul green in Spagna
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