La Gazzetta dello Sport

SCOLARO ALCARAZ ORA SEI IL MAESTRO «HA STUDIATO L’ARTE DEI GRANDI»

- Di Riccardo Crivelli INVIATO A LONDRA

Dopo il trionfo di Wimbledon fugato ogni dubbio. Coach Ferrero: «Carlos ha imparato pure dai video di Federer, Nadal e Djokovic»

Epoi un giorno arriva lui, Carlos Alcaraz da Murcia, a riscrivere la storia e a dare una bella spolverata all’idea piuttosto incrostata che il tennis non sia più uno sport per ragazzi. Nadal, era quello il riferiment­o: l’ultimo ventenne prodigio, e chissà a quando il prossimo. Eccolo, l’erede: non solo perché arriva dalla Spagna, spiccica un inglese balbettant­e come il primo Rafa e gioca con il sorriso qualunque cosa accada, imitando anche in questo l’esuberanza e la serenità giovanile del leggendari­o connaziona­le. Alcaraz, con la finale di Wimbledon vinta domenica battendo Djokovic, si è posto su quel solco perché non è più solo cronaca marziana immaginare che come i Big Three possa segnare un’epoca andando in doppia cifra con gli Slam e perché alla sua età, 20 anni e tre mesi, solo gli unti dal signore delle racchette hanno ottenuto risultati paragonabi­li ai suoi.

La gestione Intanto, nell’Era Open (cioè dal 1968), solo Boris Becker e Björn Borg erano più giovani di lui quando hanno vinto sui prati di Church Road. E appena altri due giocatori - Mats Wilander (4) e il solito Borg erano stati capaci di conquistar­e più di

due Slam prima di compiere 21 anni. A quota due, come lui, c’è ancora Beckere Nadal, che peraltro vinse il secondo Parigi una settimana dopo il compleanno, mentre McEnroe, Sampras e Djokovic sono fermi a uno e Federer addirittur­a a zero. Insomma, si sta parlando del gotha e ormai è a quel circolo esclusivo di supercampi­oni che occorre rapportars­i quando si analizzano le qualità e il futuro di Alcaraz. Che è ufficialme­nte il primo qualificat­o alle Atp Finals di Torino e non ha ancora deciso a quale torneo iscriversi prima degli Us

Open, in cui si presenterà da campione in carica. Certo non lo rivedremo prima dei Masters 1000 americani, come conferma coach Ferrero: «L’anno scorso, dopo la vittoria a New York, ci siamo lasciati un po’ prendere la mano e la programmaz­ione non è stata ideale, così si è infortunat­o, stavolta cambieremo qualcosa, vogliamo arrivare freschi a Flushing Meadows e al finale di stagione. Quello che mi sorprende di Carlos è la sua capacità di apprendime­nto: prima di Wimbledon abbiamo studiato dei video di Federer, Djokovic, Nadal e Murray per imparare a muoverci meglio sull’erba».

I giudizi Gira e rigira, si torna sempre lì, ai quei paragoni illustriss­imi, a cui non si sottrae neppure John McEnroe, che a Londra lo ha commentato per la Bbc e a fine partita se lo è visto piombare davanti alla cabina perché il ragazzo voleva stringergl­i la mano: «Carlos è più forte di Federer, Djokovic e Nadal a vent’anni. Ha tutti gli strumenti per dominare, tecnici e fisici, è impression­ante: lo paragono a Mahomes, il quarterbac­k dei Chiefs campioni Nfl, perché è freddissim­o sotto pressione e può segnare un’epoca». Anche per Mats Wilander domenica abbiamo assistito soltanto alla prima di una lunga serie di rappresent­azioni vincenti a Wimbledon: «Sicurament­e è destinato a dominare il torneo nei prossimi anni, e poteva sembrare sorprenden­te. Però ha dimostrato di avere le qualità perfette per l’erba, e spesso l’approccio con la superficie è solo una questione mentale». Andy Murray rimase estasiato da Alcaraz fin dalla loro prima sfida nel 2021 e dopo il trionfo londinese il giudizio è estasiato: «Ha un fisico eccezional­e, si muove benissimo, sa coprire tutte le zone del campo. È diventato il numero uno del mondo da giovanissi­mo e non ha sofferto la pressione».

Crescita continua Secondo Corrado Barazzutti, lo spagnolo ha già scavato una distanza significat­iva con il resto della sua generazion­e: «Sinner e Rune sono fortissimi, ma sono già costretti ad inseguirlo. Alcaraz non fa che migl i o ra re giorno dopo giorno, basta guardare come giocò l’anno scorso a Wimbledon e cosa ha fatto questa volta. Impara e cresce tutti i giorni. Rispetto all’anno scorso è un altro giocatore, è già il vento della nuova generazion­e, l’unico di questo gruppo di giovani che ha dimostrato di essere al massimo livello». L’australian­o Mark Philippous­sis proprio vent’anni fa perse in finale da Federer e in pratica tenne a battesimo una leggenda: «Quello spaventa di Carlos è la sua completezz­a, non ci sono punti deboli che un avversario possa attaccare. Ha la mentalità di un vero campione». Benvenuti nell’era di Carlos.

Viaggio in Italia Con i 2000 punti di domenica, il n. 1 è il primo qualificat­o alle Atp Finals di novembre a Torino Carlos Alcaraz dopo il trionfo a Wimbledon

Carlos è più forte di Federer, Djokovic e Nadal a vent’anni. Ha tutti gli strumenti per dominare, tecnici e fisici: mi ricorda Mahomes, la star del football John McEnroe Non penso di dover confermare niente a nessuno, non voglio pressioni extra, me ne metto già da solo

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Gran gala Carlos Alcaraz con la Coppa di Wimbledon alla tradiziona­le cena di gala

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