La Gazzetta dello Sport

Ferrari ai piedi del podio Charles elogia la SF-23 «La migliore dell’anno»

Piloti ottimisti: «Abbiamo trovato qualcosa...» Vasseur: «Finale con il ritmo dei migliori»

- di Mario Salvini EPA

Non avrei mai pensato di arrivare a questi numeri. Ora bisogna continuare così

Max Verstappen

Max sta guidando benissimo. Fantastico essere testimoni del livello che ha raggiunto

Chris Horner

Può sembrare un’iperbole, se non proprio un’esagerazio­ne, dire che un quarto e un quinto posto rappresent­ino la prestazion­e più convincent­e dell’anno. Ma in effetti solo Charles Leclerc aveva prima di ieri materialme­nte fatto meglio di così, peraltro una sola volta, quando era salito sul gradino più basso del podio di Baku. E comunque non è quello: a indurre finalmente pensieri positivi è stata la prestazion­e, sono stati il passo, la lucidità e il coraggio delle strategie.

Buone note È stato quel lunghissim­o stint sulle gomme medie mentre l’intera griglia è entrata a montare le hard non appena è comparsa la safety car. E quando poi, al termine di un doppio, lunghissim­o e colossale overcut su mezzo schieramen­to, è stato fatalmente il momento di infilare le gomme dure anche per le Ferrari, mezzo mondo deve aver trattenuto il respiro, ben conoscendo la fatica mostruosa che Charles Leclerc e Carlos Sainz hanno tante volte fatto con quelle coperture. Con quella mescola che la SF-23 sembrava sempre mangiare con inquietant­e appetito. E invece niente, i due sono filati via sereni come non s’era mai visto anche su gomme bianche. Melbourne a parte, con quel finale concitato, i 18”6 di distacco di Leclerc da Verstappen rappresent­ano il gap minore dell’anno dal vincitore. Sono cioè la misura concreta della sensazione avuta da tutti e la conferma di una delle due frasi simbolo di giornata staccate da Charles. Ovvero: «Sì, è stata la miglior Ferrari della stagione». Il che suscita un certo rammarico, perché se solo le qualifiche fossero state un poco più lineari per Leclerc medesimo, e se Sainz non fosse incappato nella distrazion­e (sua e/o del muretto) costata la penalità per impeding, potremmo anche raccontare tutt’altro risultato. Consideraz­ione già reiterata chissà quante volte, dal Bahrain in avanti. E allora meglio aggrappars­i all’altra dichiarazi­one simbolo del Principino. «Abbiamo trovato qualcosa». Che per i tifosi è come sentire Archimede urlare «Eureka», o come il «si può fare» di Gene Wilder in Frankenste­in Junior. «Il feeling è stato positivo», ha proseguito Leclerc. Con un’avvertenza che poi avrebbe sottolinea­to anche Frédéric Vasseur: «Non dobbiamo esaltarci troppo, perché la pista di Montreal è molto particolar­e, ma bisogna essere felici quando si fanno passi avanti». Progressi confermati da Sainz. E da Vasseur: «Negli ultimi 30 giri abbiamo avuto lo stesso ritmo di Alonso e di Hamilton».

Sorriso vero Le magagne sono quelle di sabato: «Ne parleremo a Maranello, ci serviranno per imparare», ha assicurato il comandante Fred. Adesso non si vede l’ora di andare a Zeltweg, sperando che quanto «trovato» funzioni anche là. «L’obiettivo - ha proclamato Leclerc - è partire dai progressi fatti qui e trovare qualche step in più. Bisogna lavorare duro da subito, da domani». Finalmente un sorriso, dunque. Anche se, ha puntualizz­ato il Principino. «Il mio vero sorriso lo vedrete quando battaglier­ò per la prima posizione.

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Ripartenza La Ferrari di Charles Leclerc ai box al GP del Canada
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