La Gazzetta dello Sport

José, niente parole Club arrabbiato per le scelte arbitrali

A fine partita silenzio stampa. Ma intanto Dybala prepara il grande ritorno per la partitona di Budapest

- di Massimo Cecchini INVIATO A FIRENZE

Se la partita contasse davvero, il dato puramente statistico sancirebbe che, battendo nell’ultima partita lo Spezia, la Roma avrebbe fatto gli stessi punti della scorsa stagione, 63, col rischio che un sorpasso Juventus condanni i gialloross­i al 7° posto. Troppo poco o no? Paradossal­mente, il giudizio sul campionato sarà dato dall’Europa, ovvero dalla finale di Europa League di Budapest contro il Siviglia. Un trionfo, di sicuro, cancellere­bbe tutti i balbettii di una Serie A che non ha visto certo i gialloross­i protagonis­ti, ma certezze al momento adesso non possono esserci. Sarà per questo che José Mourinho, destinato a saltare l’ultimo turno per squalifica (ieri è stato ammonito), esce dal terreno del gioco con la faccia scura, nonostante appaia chiaro che la sconfitta di Firenze sia stata propiziata anche dai giocatori risparmiat­i in vista del match di mercoledì.

Silenzio e rabbia Per questo sorprende un po’ che la Roma decida un silenzio stampa che chiude la bocca a ogni spiegazion­e e lancia un avviso ai naviganti: da qui a fine stagione restano solo due conferenze allo Special One, quelle pre e post Siviglia: quanto basta per ipotizzare che del suo futuro sarà sempre più difficile parlare, nonostante il contratto lo leghi alla Roma fino al 2024. Non è un mistero che l’allenatore portoghese sia nella lista dei monitorati dal Psg, così come in qualche modo forse anche del Real Madrid. Di sicuro, il silenzio di Mourinho evita di portare il discorso sui temi arbitrali, perché sia alla panchina, sia a diversi giocatori alcune decisioni di Ayroldi – prima fra tutte la mancata punizione per fallo di Mandragora su Missori in occasione del gol del pareggio – non sono piaciute. Da qui le polemiche a bordo campo, che hanno visto José prima ammonito e poi abbracciat­o a Italiano a siglare la pace. Le arrabbiatu­re, insomma, non mancano, anche se in società c’è chi parla di silenzio utile per mantenere la concentraz­ione in vista della finale.

Dybala ci sarà E così il campo centrale si sposta già a Budapest, o quasi. Già, perché la vendita dei biglietti per assistere la partita ai maxi-schermi dell’Olimpico ha già raggiunto quota 46.000. In ogni caso, parlando del Siviglia, il convitato di pietra resta Paulo Dybala. Ieri si è allenato a Trigoria e ha fatto anche fisioterap­ia, uscendone con buone sensazioni. Morale: partirà sicurament­e con il gruppo, sperando anche di essere titolare. In ogni caso, uno spezzone di gara è pronto a giocarla. Meglio così, perché a Firenze El Shaarawy è uscito anche precauzion­almente per via di un affaticame­nto muscolare. Sulla

Joya, quindi, l’ultima parola spetta al general manager Tiago Pinto, che spiega la lunga vigilia in questo modo: «Se Paulo fosse stato bene, sarebbe stato qui a Firenze. Vediamo mercoledì. Quella col Siviglia è la partita più importante della storia recente della Roma, ma il nostro progetto va avanti al di là di una vittoria o di una sconfitta. Abbiamo chiare le basi». Vero, ma sarà la ciliegina (o meno) a dare un giudizio definitivo sulla stagione. E anche sul futuro di Mourinho.

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GETTY I consigli José Mourinho, 60, dà disposizio­ni a Filippo Missori, 19 anni

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