La Gazzetta dello Sport

Mikaela favorita Brignone la sfida «Sono rigenerata»

Fede oggi in combinata: «Sarà battaglia. Vorrei l’oro in superG, ma il gigante...»

- Di Paolo Marabini

Sono i Mondiali più vicini a casa che abbia mai disputato: Meribel è a sole due ore e mezza dalla sua La Salle. E di sicuro arriverann­o un bel pò di tifosi, con in testa mamma Ninna e papà Daniele, a spingerla su quel podio che la accolse, giovanissi­ma, 12 anni fa a Garmisch - seconda in gigante - e sul quale non è più riuscita a salire. Federica Brignone ha segnato con il pennarello rosso due date: mercoledì 8, il giorno del superG, e giovedì 16, quello del gigante, le sue gare predilette. Ma nessuno si stupirebbe se già oggi, nella combinata che apre i Mondiali, con Mikaela Shiffrin campioness­a uscente e favorita d’obbligo, la valdostana si mettesse al collo una medaglia. Del resto, nella specialità, un anno fa vinse il bronzo ai Giochi di Pechino. E ai Mondiali di Cortina 2021, era lei al comando dopo il superG, salvo poi uscire dopo una manciata di secondi nello slalom. Lo dice: «Se mai mi potessero far ripetere una gara, una sola, chiederei di rifare quella lì. Mi domando ancora che cosa mi spinse a partire a tutta in quel modo... Ma in quei Mondiali, a ripensarci, non funzionò nulla. Forse fu colpa anche della pandemia, di quel clima così surreale, senza pubblico, con tutti quegli obblighi di distanziam­ento, di isolamento. Io l’ho sofferto molto. L’essere tornati alla normalità è una benedizion­e».

Casa dolce casa A Meribel inizia oggi la sua sesta avventura iridata. E le aspettativ­e sono alte, anche perché a gennaio è tornata ai suoi livelli migliori. «Sto molto bene - dice Fede -. Dopo Plan de Corones, sono tornata a casa e mi sono allenata lì, nel mio habitat. Una situazione insolita: in genere ai Mondiali si arriva direttamen­te dall’ultima gara, sotto data. In quei dieci giorni mi sono rigenerata soprattutt­o di testa. Avevo bisogno di stare un po’ con gli amici, la mia famiglia, il mio fidanzato. Certo, ho dovuto pensare anche alla quotidiani­tà casalinga: cucinare, fare il bucato, cose così. Ma uscire un po’ dalla routine dello sci mi ha fatto bene».

La prima Fede

Dopo un avvio un po’ in salita, il nuovo anno le ha regalato quattro podi in Coppa, con la perla della vittoria numero 21 in carriera, nel superG di St. Anton: «Avevo bisogno di ritrovarmi tecnicamen­te, ma ero fiduciosa». E il bilancio è già positivo, comunque vadano poi questi Mondiali. Sì, ogni tanto ripensa ai primi, quando in gigante si inchinò solo alla grande Tina Maze, per 9 centesimi. Aveva 20 anni... «Come era la Federica di 12 anni fa? Non avevo aspettativ­e, né mie né esterne. Nessuna pressione, ero un’outsider, anche se ero già salita sul podio in Coppa. Le azzurre sotto i riflettori erano altre. E tutto mi venne facile. Poi, col passare degli anni, le cose sono decisament­e cambiate. Quando raggiungi un certo livello, poi si alza l’asticella. Dovrei essere ormai abituata a gestire le emozioni, ma non sempre mi riesce. Dipende anche dal contesto, dalla situazione». Oggi quindi potrebbe toccare a lei aprire la collezione azzurra, anche se quest’anno si è dedicata poco allo slalom. Ma chissà che, a proposito di aspettativ­e, non sia un vantaggio. E partire con una medaglia sarebbe il miglior viatico in vista delle due gare più attese. «Sarà una bella battaglia. Vorrei tanto l’oro in superG, ma il gigante è la gara più bella e più difficile. Perché dover scegliere...».

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