Parma contestato Poi batte il Genoa E Buffon dà la carica
Benedyczak-Vazquez, Gilardino va ko Gigi: «Serve equilibrio, ora svoltiamo»
proprio vero che in una partita di calcio, (prima, durante e dopo), spesso, si concentrano le emozioni di una vita intera. La conferma viene dal Tardini. Il pullman del Parma è accolto da bordate di fischi dei propri tifosi, delusi per il cammino troppo lento tenuto finora e per i mancati interventi della società sul mercato. La gente non ne può più. I giocatori hanno musi lunghi e scuri. Si capisce che dentro di loro cova una rabbia che deve trasformarsi in energia positiva, se non si vuole andare incontro a un’altra brutta figura. Ma il Genoa è un avversario tosto: seconda in classifica, la squadra di Gilardino sta confermando di essere attrezzata per il salto di categoria. Nel Parma rientra Buffon e debutta Zanimacchia: saranno innesti sufficienti?
Coinvolgente Fin dai primi minuti si nota che i ragazzi di Pecchia hanno birra nelle gambe e idee chiare in testa. E allora anche il pubblico, pur con una comprensibile diffidenza, comincia a scaldarsi. Il Parma orchestra il gioco con personalità, non si abbatte quando deve uscire
Mihaila per l’ennesimo infortunio (dentro Sohm e passaggio dal classico 4-2-3-1 al 4-3-3 con Vazquez falso nueve) e macina azioni su azioni con ritmo e determinazione. Il gol di Benedyczak, imbeccato da Vazquez, è il giusto premio a una squadra che ha cercato di «fare» la partita, di prenderla in mano e di dominarla. Siamo al 32’ del primo tempo e del Genoa, tanto temuto (e giustamente), per adesso non ci sono segnali. Manovra lenta e prevedibile, quella del Grifone, con gli esterni sempre schiacciati sulla linea difensiva e gli attaccanti che non riescono mai ad accendersi. Qualcosa va corretto e Gilardino lo fa nell’intervallo: dentro Jagiello e modulo che diventa un 4-3-2-1, diciamo un Albero di Natale di ancelottiana memoria.
Nessuna reazione
E’ tuttavia ancora il Parma a tenere il pallone tra i piedi, perché ha più verve, più idee e più grinta nei recuperi.
Il gol del 2-0 viene su calcio di rigore all’8’ della ripresa: tocco con il braccio di Dragusin su cross di Zanimacchia. Vazquez è glaciale nella trasformazione e da quel momento gli emiliani mettono la partita nel freezer. Non concedono occasioni al Genoa, gli lasciano il controllo del pallone chiudendo con sapienza ogni spazio e non dando mai la possibilità di andare in profondità. Un atteggiamento intelligente che garantisce anche rapide ripartenze nelle quali Vazquez si esalta come trampolino di lancio: perfetti i suoi suggerimenti per Bonny e per Zanimacchia. E’ di quest’ultimo l’occasione del 3-0 sventata da Martinez. Ma ciò che impressiona sono l’impotenza del Genoa (alla prima sconfitta della gestione Gilardino) che non riesce a trovare uno spiraglio per arrivare dalle parti di Buffon (zero tiri nello specchio della porta) e la grande sagacia tattica del Parma che, se finora è stato deludente perlomeno
in termini di continuità di rendimento, dimostra di saper stare in campo e di avere le forze fisiche e mentali per reggere l’urto degli avversari. Ora è tornato in zona playoff. Così i fischi che hanno avvolto il Tardini prima della gara diventano applausi alla fine. A chiarire quale dovrà essere il percorso del Parma da qui a fine campionato, le parole di Buffon che devono suonare come una sveglia per il gruppo: «Se c’è un difetto nella nostra squadra è che non abbiamo equilibrio emotivo: e una squadra che vuole essere protagonista non può non averlo. Senza le motivazioni, siamo una squadra normale, e così nel tempo non si arriva a nulla di grande. Dobbiamo prenderci le nostre responsabilità: è frustrante vedere il Parma sull’ottovolante. Dobbiamo svoltare».