La Gazzetta dello Sport

Nikolov e Kaziyski Non è questione d’età «In Italia si cresce»

Gli schiacciat­ori di Civitanova e Trento stessa scelta ma 19 anni di differenza

- Di Gian Luca Pasini

La prima volta che Matey ha vinto lo scudetto in Italia, Aleksandăr Nikolov non faceva neppure la prima elementare. Era il 2008 e in quella squadra allenata da Rado Stoytchev, schiacciav­a anche Vlado Nikolov, il papà di Alex. Fortemente motivato a continuare la tradizione vincente di famiglia nel nostro campionato. Nikolov domenica è stato fra gli artefici della vittoria della Lube con Verona (fra l’altro allenata dallo stesso Stoytchev). «Non so se mi aspettavo di avere questi risultati - spiega il 19enne - certo sono contento. All’inizio del campionato ero io a dover farmi aiutare in ricezione, adesso credo di poter dare una mano alla squadra. Ma questo è solo il frutto del lavoro che facciamo in palestra tutte le settimane. Davvero tanto», sorride. «Io credo che la Lube sia una grande squadra, anche se si è ringiovani­ta molto quest’anno. Penso che abbia dimostrato di poter restare al livello delle migliori come Perugia e Trento». Partito dalla panchina e fuori ruolo all’inizio della stagione Nikolov sta trovando sempre di più spazio: un titolare che si vuole prendere delle responsabi­lità e chiama

IL NUMERO

spesso la palla al suo palleggiat­ore, De Cecco. «Se giochi in questo ruolo non c’è una altra maniera di essere, devi chiedere che ti diano il pallone nei momenti caldi della partita», continua Aleksandăr, con il tono di chi ha le idee chiare sul suo presente e soprattutt­o sul futuro.

Fiducia «Devi essere sicuro di te stesso, nel come stai in campo anche per cercare di dare fiducia ai compagni». Non aveva fatto una tabella di marcia in questa sua prima stagione italiana, ma sa che vuole arrivare lontano. «Da quando è cominciata l’annata con la Lube sento quasi tutti giorni mio papà: parliamo di pallavolo, ma anche di altri argomenti. Spesso è critico con me su come sto in campo e credo sia giusto che faccia così. Non sempre fa discorsi specifici, ma anche, discorsi da padre a figlio, ma anche da allenatore a giocatore. Mi fa piacere che mi dica queste cose». Come da piccolo il giovane Nikolov seguiva Matey Kaziyski. «Non so si possa dire che lui era un punto di riferiment­o per me. Di certo stiamo parlando del più grande giocatore che abbia avuto la Bulgaria. Era l’esempio concreto che ce la si poteva fare: vincere nel campionato italiano e per tanti anni. E’ normale che ogni giovane bulgaro cercasse di imitarlo».

Esempio E Matey continua ancora ad essere un esempio anche oggi, a 38 anni. Alla sua età ha appena modificato il proprio ruolo in campo con Trento, con buoni risultati. Basta guardare la gara di domenica sera a Monza, 3-0, Mvp con 19 punti e un sontuoso 57% in attacco. «Non si smette mai di imparare? Non so se sia la parola giusta. Diciamo che sto ricordando quello che facevo tanti anni fa racconta Matey -. Alla fine della scorsa stagione avevo parlato con Angelo (Lorenzetti, il coach, ndr) gli avevo dato la mia disponibil­ità a cambiare ruolo per la squadra. Lui mi aveva detto che questa era un’opportunit­à, visto che aveva intenzione di continuare con il modulo dei tre schiacciat­ori. Poi sul campo è

accaduto che io venissi escluso dalla ricezione e che mi trovassi bene in quello che stavamo facendo. Molto più concentrat­o solo sul’attacco. Questo succede perché sono in una squadra dove i due schiacciat­ori attirano molte attenzioni del muro avversario e sono “più libero”. Merito del lavoro? Come diceva un mio allenatore anni fa: “tutti lavorano, ma non tutti migliorano. Perché dipende anche dalla qualità che metti nei singoli allenament­i e dalla volontà che hai nel fare le cose”. Sono contento di come stiamo andando a Trento, credo sia una bella squadra, abbiamo - come normale - dei problemi di sincronizz­azione, ma credo che con il lavoro li andremo a risolvere». Da lontano si rivede nella storia del giovane Nikolov? «A prima vista certamente ci sono delle similitudi­ni. E’ un talento eccezional­e, che è uscito in maniera molto rapida. Credo che abbia tutto per fare salti in avanti anche più grandi di quelli che ho fatto io. Credo che la cosa più difficile del campionato italiano sia tenere la pressione, non solo tecnica, tutte le settimane di tutto l’anno. Quello alla fine ti fa crescere».

 ?? ?? Per Osmany Aleksandar Nikolov (a destra): la Lube l’ha preso quando Osmany Juantorena ha deciso di andare in Cina
Per Osmany Aleksandar Nikolov (a destra): la Lube l’ha preso quando Osmany Juantorena ha deciso di andare in Cina
 ?? ?? Addio Nazionale Matey Kaziyski ha lasciato per dissidi la Nazionale della Bulgaria nel 2012 e non vi è più rientrato
Addio Nazionale Matey Kaziyski ha lasciato per dissidi la Nazionale della Bulgaria nel 2012 e non vi è più rientrato

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