Tandem a sorp Resa
l sabato di Ante Re-bis: due volte re. La prima per mettere il Milan sul trono, perché è stato il 2-1 a dare un primo strattone alla partita. La seconda per aggiungere una corona alla serata, perché è solo dopo il 4-2 che i tifosi si sono alzati dal divano e sono andati a cena sereni. Il messaggio del 13 agosto così diventa talmente chiaro che si fa quasi un torto a ripeterlo: Pioli è campione d’Italia per come ha gestito il gruppo. Alla prima, ha tenuto seduti sia De Ketelaere sia Adli per far giocare Brahim Diaz - uno dei peggiori del girone di ritorno – e il 10 gli ha risposto con una gran partita. Così a San Siro, in piena estasi tricolore, è sembrato di essere ad Anfield, dove Ante e Brahim segnarono in coppia, undici mesi fa.
Tre per due Qualche numero per mettere le cose in prospettiva. Ante Rebic in tutto l’ultimo campionato ha segnato due gol, gli stessi di ieri, non era titolare in A col Milan dal 16 ottobre e non faceva gol a San Siro da 482 giorni, un anno e quattro mesi. E Brahim Diaz, che nella vita farebbe il trequartista, non segnava in campionato dal 25 settembre 2021. E poi, chi ha comprato il Milan in estate? De Ketelaere, un numero 10, e Origi, una punta che può giocare sull’esterno. Messaggi chiari... Eppure, Ante Rebic – uomo con personalità tutta sua, diciamo non uno spirito prevedibile – il primo giorno di ritiro è andato a tirare il gruppo assieme a Simon Kjaer. E gli spiriti di Milanello lo hanno detto subito: il più in forma è il numero 12. Eppure, Brahim non ha chiesto di andare via e alla prima occasione ha risposto. L’Udinese ha dato una mano, ma queste storie di rigenerazione si vedono in alcune squadre e in altre no. Non è casuale.
Osso «Io sono tranquillo, consapevole delle mie qualità – ha detto Diaz -. Per questa squadra e questi tifosi do tutto. Siamo forti, vogliamo rivincere». Ieri, a proposito di dare tutto, è entrato in tutti i gol: ha calciato nell’azione del rigore, ha avviato il 2-1, segnato il terzo gol e dato l’assist per il quarto. Poker. E Pioli: «Brahim ha segnato e fatto segnare, ha lavorato tanto. Rebic? Ci può aiutare tantissimo, è fortissimo, lo so io e lo sa lui. Con il lavoro per la squadra ci ha dato tanto». Ante, oltre al lavoro, ha segnato due gol, festeggiati sfregandosi pollice, indice e medio, gesto misterioso che, se si giocasse per davvero a poker, indicherebbe i soldi: sui social ha festeggiato con una foto e un messaggio chiaro, «Godo». Insieme sono la prova
che il Milan ha 27 giocatori e una ventina di titolari. Krunic ieri non ha fatto sentire la mancanza di Tonali, De Ketelaere è entrato con stile, tra Saelemaekers e Messias continua a non esserci gerarchia. Tutti utili. La sensazione è che a Bergamo, tra una settimana, cambieranno al massimo un paio di titolari. Tra tutti, la grande domanda riguarda Giroud. Con Oli G, si è capito: non è certo vicino al 100%. Probabile che contro l’Atalanta, là davanti, giochi ancora il 12, l’attaccante di cui un giorno Marco Van Basten disse: «E’ un osso». E se non è un complimento questo, i complimenti non esistono.