Mazzarri felice: «Bravi, un grande secondo tempo»
a resilienza tanto invocata da D’Aversa per far fronte all’emergenza blucerchiata s’è trasformata inaspettatamente nella dote migliore di un Cagliari che ha sbancato il Ferraris, conquistando la seconda vittoria della sua tormentata stagione (pure la prima, in casa, fu contro i blucerchiati…) e riaprendo la corsa-salvezza, lasciandosi alle spalle il Genoa ed avvicinandosi allo Spezia. Partita stramba e dai due volti, che insegna come alla Sampdoria non possa bastare il miglior Gabbiadini degli ultimi tempi (sesto gol di fila nelle ultime sei partite) per tenersi stabilmente a distanza dalla zona rossa della classifica. C’è da mettere d’accordo le esigenze di bilancio (vedi alla voce: le cessioni di Depaoli e Silva avvenute in apertura di mercato) con la necessità - al netto di infortuni e imprevisti vari - di non depauperare troppo la rosa. Oggi è il giorno annunciato per la chiusura dell’affare-Rincon, ma
Lservirà altro di qui a fine mese per non farsi risucchiare nel gorgo delle pericolanti. Detto ciò, vanno riconosciuti a Mazzarri i suoi meriti, perché dopo un primo tempo senza guizzi e con zero tiri in porta, a causa di uno scollamento evidente fra mediana e attacco, i rossoblù hanno avuto la forza di ribaltare il risultato nella ripresa, trascinati da un inesauribile Joao Pedro, dalla concretezza di Marin e ovviamente dai due gol di Deiola e Pavoletti (in posizione regolare, ● GENOVA (f.g.) Gioia legittima, quella di Walter Mazzarri, che però poi vorrebbe andare oltre il successo del suo Cagliari al Ferraris: «La Sampdoria era partita forte, ma noi abbiamo fatto un gran secondo tempo - ammette il tecnico rossoblù -. Tuttavia, ci dobbiamo
Chabot lo tiene in gioco: il check Var conferma), che hanno fatto saltare il banco. Aiutati, gli ospiti, certo, dall’infortunio di Yoshida all’inizio del secondo tempo (il suo assist di petto per la rete di Manolo era stato geniale), che ha privato D’Aversa di un uomo fondamentale per comandare la difesa e far ripartire il gioco, oltre che da una minore efficacia della manovra offensiva dopo la metà della gara. Su questo aspetto il tecnico dovrà decisamente lavorare a fondo. dimenticare subito l’euforia di questa partita, continuando a lavorare come abbiamo sempre fatto. Quella di Genova è stata solo la prima tappa di un cammino difficilissimo, che comunque ci trasmette grande fiducia. La salvezza resta in ogni caso un traguardo ancora lontano». Stato d’animo
La morale evidente di questo primo successo esterno stagionale (quasi la metà dei tredici punti in classifica raccolti a spese dei blucerchiati: l’ex Mazzarri dovrebbe sorridere...) è che al netto dei guai in serie che hanno travolto pure i sardi, questo Cagliari possiede le potenzialità per tirarsi fuori dai guai. A patto, però, di non costringere in futuro le punte ad andarsi a conquistare palloni lontano dalla porta, perché dal centrocampo non arrivano rifornimenti. Sfiancandosi, opposto, invece, per l’allenatore sampdoriano Roberto D’Aversa: «Peccato, perché nel primo tempo dopo il vantaggio abbiamo avuto cinque occasioni per raddoppiare. Poi, però, ci sono stati l’infortunio di Yoshida e il giallo a Ekdal. È un blackout inspiegabile». come ha dovuto fare Joao nel primo tempo, in un lavoro pesante e, spesso, improduttivo. In questa riscossa rossoblù, pesa però proprio la prestazione di grande sostanza di un Joao Pedro maratoneta, solista e uomo-squadra al tempo stesso, che sino all’ultimo ha provato ad alzare il baricentro del Cagliari, sfiorando pure per due volte la terza rete, che solo un eccellente Audero, il migliore dei suoi, gli ha negato. La Samp nel finale ha tentato in verità una reazione più veemente, puntando sulla freschezza di Quagliarella e Torregrossa, ma non ha mai trovato spazio in una difesa che ha tenuto alta la guardia con ordine.
Poca lucidità: a Napoli, domenica, servirà ben altro. Evitando pure il nervosismo che al minuto 46 della ripresa ha tradito Candreva, colpevole di un’ingenuità enorme davanti alla panchina ospite: la sua spinta a Carboni gli è costata il rosso diretto, che priverà la Samp contro la squadra di Spalletti di un altro uomo fondamentale oltre al giapponese. Attenuanti? Tante, ma non è possibile farvi appello, perché il Cagliari ha mostrato come si possa anche fare a meno di una decina di uomini. E vincere, persino fuori casa. Il contropiede di Joao Pedro, sempre lui, al minuto 50 della ripresa, murato dal solito Audero, è il manifesto della riscossa sarda. Lanna, ahilui, mastica amaro: non era questo il debutto che il neo-presidente sognava per la sua Sampdoria.
Gabbiadini (sesto centro nelle ultime sei gare) illude Deiola e Pavoletti firmano la riscossa. Rosso a Candreva
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