La Gazzetta dello Sport

Chiesa e il gol ritrovato nella rincorsa da attaccante doc

L’esterno non solo per aver segnato è risultato il bianconero piu pericoloso In ombra invece Morata: un solo tiro

- Di

ell’elenco delle profession­i ideali per il 2022, c’è il caso che non troviate l’attaccante della Juventus. La Juve di ieri ha ricordato quella vista tante volte in autunno: si abbassa con piacere e finisce per lasciare le sue punte al loro destino. Il problema di Federico Chiesa è che lui per questo lavoro ha il curriculum perfetto. Fede abbassa la testa, guarda poco i compagni

Ne appena può calcia, particolar­i che parecchi allenatori (e osservator­i di calcio) non gradiscono. In partite come quella di ieri però Chiesa diventa la differenza tra una squadra pericolosa in contropied­e e una squadra senza soluzioni, tra una Juve a 5 punti dal Napoli e una a meno 8 dal più credibile avversario diretto per il quarto posto.

Chiesa ieri è stato il primo juventino per tiri in porta (3), tiri respinti (4), duelli (15) e palle perse (15). Morale: ha fatto e disfatto, è l’unico che ha messo la quinta e messo brividi veri al Napoli. Quando Allegri dice «a volte andiamo a 100, a volte a 20», lui è quello che va a cento. Semmai, deve imparare a giocare a ritmo più basso, ma questo è un altro discorso. Federico ha avuto anche l’occasione per il 2-1 e per il Napoli sarebbe stato troppo. Di sicuro, è pronto per la seconda parte di stagione: a dicembre non è mai andato in campo ma nelle vacanze deve aver lavorato bene. Atleticame­nte, sembrava il giocatore di settembre. L’ultima frase non è esattament­e utilizzabi­le per Alvaro Morata. «Ha fatto una buona partita tecnicamen­te, con buone giocate - ha detto Allegri -. A un certo punto era stanco e ho messo Kean». Versione buonista. Morata si è visto poco e ha calciato una sola volta: fuori. La Juve non lo ha raggiunto quasi mai e Alvaro ha girato a vuoto. A guardare la tribuna, sembrava di leggere il fumetto sulle teste dei tifosi juventini: «Eh, il Barcellona…». Impossibil­e dire se il mercato abbia inciso nella partita di ieri - no, probabilme­nte -, certo il momento resta particolar­e, per il 9 e per tutta la Juve.

La Juventus al momento ha un attaccante che a Capodanno ha pensato al mercato, uno che aspetta da mesi il rinnovo e uno da riscattare a 28 milioni (più 7 per il prestito), che ora sembrano tantissimi. A margine,

Kulusevski, che resta una riserva. E allora, sull’attacco di Roma per domenica si accettano scommesse, perché questo Chiesa pare irrinuncia­bile ma è obbligator­io ragionare sulle tre partite, consideran­do che mercoledì ci sarà la Supercoppa. Ipotesi: ritorno al 42-3-1 con un Rabiot in meno e un Dybala in più. Presto per capirlo. È molto meno presto per la frase più banale ma più vera sul 2022 della Juve: i suoi attaccanti, tutti insieme, non possono segnare solo 15 gol come nel girone d’andata. In quel caso, addio alle armi e addio alla Champions. 2’25”

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ANSA A segno Federico Chiesa, 24 anni, suo il gol del pareggio

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