La Nigeria batte gli Usa e spaventa l’Italia «A Tokyo per il podio»
La squadra africana è nel girone degli azzurri: a Las Vegas ha piegato le stelle Nba di Popovich L’asse Miami-Nigeria
on sarà la fine del mondo, come ha detto Gregg Popovich. Ma la storica vittoria della Nigeria su Team Usa (90-87) nell’amichevole a Las Vegas è un campanello d’allarme. Per Pop, che ha cominciato male la marcia di avvicinamento ai Giochi di una squadra che parte per vincere l’oro. E per l’Italia, che alle Olimpiadi dovrà affrontare la Nigeria nella terza partita del girone B, il 31 luglio alle 6.40 italiane: gli africani, allenati da Mike Brown (vice di Steve Kerr a Golden State, coach di LeBron James nella prima esperienza a Cleveland, quella chiusa nel 2010), hanno dimostrato di avere talento. E dopo la partita hanno ribadito che a Tokyo non andranno in gita. «Il nostro obiettivo è una medaglia, per noi e per l’Africa» ha detto Brown, coach dal 5 febbraio 2020.
NLa Nigeria, squadra soprannominata D’Tigers, a Tokyo porterà 6 giocatori Nba, più dell’Italia. Tre giocano nei Miami Heat: Precious Achiuwa, lungo moderno che compensa con l’energia la mancanza di centimetri (203) e che è entrato nelle giocate più belle di Las Vegas con una clamorosa stoppata su Kevin Durant; Gabe Vincent, migliore dei suoi con 21 punti, e Kz Okpala. Nel roster il più talentuoso è Josh Okogie, che gioca a Minnesota e che a Las Vegas non ha giocato la sua miglior partita (4 punti e 2/7 al tiro), c’è Stan Okoye, che ha giocato anche a Varese, e Ekpe Udoh, 34enne mvp delle Final
KZ Okpala, Bam Adebayo (in maglia Usa), Precious Achiuwa e Gabe Vincent: compagni a Miami.
Four di Eurolega 2017 col Fenerbahce. «Abbiamo ottenuto una vittoria storica, che può avere un impatto clamoroso sull’intero basket africano - spiega Brown -. La cosa migliore è che possiamo ancora crescere tanto. Sentiamo di avere un’ottima squadra, di po- ter vincere ad alto livello. Non im- porta chi affrontiamo, vogliamo giocare a modo nostro». Contro gli Usa la Nigeria hanno decisamente giocato a modo loro: fisicità, una serie impressionante di triple (20/42, degni dei migliori Houston Rockets di Mike D’Antoni), dominio a rimbalzo e tanto gioco di squadra. «Dobbiamo goderci i piccoli successi del nostro cammino come questa vittoria ha detto Vincent -. Ma la tappa finale del nostro viaggio è il podio di Tokyo».
Per Team Usa terzo k.o. in un match d’esibizione, da quando dal 1992 il roster è aperto ai giocatori Nba: la prima con l’Italia nel 2004. «Questa sconfitta può essere la cosa migliore che ci è capitata, a patto di imparare qualcosa - ha spiegato Pop -. Ho visto anche cose positive, come la capacità del gruppo di stare insieme nei momenti più difficili». Un