«Io che amo gli scacchi cresco con Guardiola, maestro di strategie»
L’ex centrocampista di Juve e Siviglia allena l’U23 del Manchester City: «Qui mi arricchisco di sapere»
a mossa di Maresca. Quando nel febbraio 2020 salì a Manchester, per osservare da vicino le metodologie di Guardiola al City, Enzo, gran appassionato di scacchi, fece la scelta giusta. Quel viaggio gli spianò la strada per diventare coach dell’Under 23 e iscriversi a un master speciale, diretto dal miglior allenatore del mondo. Il City di Maresca sta imitando quello di Pep: è in corsa per vincere il titolo di categoria. Un’impresa mai riuscita al club inglese.
3Come
mai a Manchester? «Successe 13 mesi fa. Pellegrini era stato appena esonerato dal West Ham. Ero il vice, cercai di approfittare del tempo libero per studiare il calcio di Pep. L’idea accademia fu successiva. Ci fu qualche dubbio iniziale, legato alla situazione del mio staff, ma risolti i problemi, accettai. Mi veniva offerta una chance unica».
A quando risalgono i contatti iniziali con Guardiola?
«Il primo incontro avvenne dopo un Barcellona-Malaga. Pep mi parlò dei tempi di Brescia e di Mazzone. A Manchester il rapporto si è consolidato. Abbiamo orari di allenamenti diversi e quando posso seguo da vicino il suo lavoro».
3
L3Che
cosa colpisce di più nel vedere Pep sul campo?
«La ricerca continua di soluzioni e l’energia. La Premier logora, ma lui ogni giorno scende in campo con una carica incredibile».
3Come
scorre la sua vita? «Abito vicino Didsbury. Esco e vado al centro sportivo alle 11, mi riunisco con lo staff, organizziamo l’allenamento e prepariamo la gara successiva»
3La
passione per gli scacchi? «La scintilla scoccò in Spagna. Ho seguito corsi e letto dei libri. La mia tesi al Supercorso di Coverciano si chiama “Il calcio e gli scacchi”. Ci sono molte affinità. Le più importanti: il gioco posizionale e le strategie. Per un tecnico è importante possedere la mentalità dello scacchista: elaborare un piano, studiare le contromosse, scegliere la disposizione delle pedine».
3Quando
decise di allenare? «Ai tempi di Malaga Manuel Pellegrini mi disse: “Quando smetti, dovrai allenare”».
3C’è
molta Spagna nella sua vita. C’è l’Inghilterra a 17 anni con il Wba, c’è la Grecia dopo i 30, c’è l’Italia: open mind? «Lasciai casa a 11 anni per entrare nel settore giovanile del
Milan. Quando rompi il ghiaccio presto, diventa tutto più facile. Non ci sono posti in cui mi sono trovato male. Sono stato bene ovunque».
3Le
tappe più importanti? «Wba e Spagna. Salire in Inghilterra a 17 anni, senza conoscere la lingua, fu una bella sfida. Imparai l’inglese e entrai nel cuore dei tifosi. In Spagna ho vissuto momenti bellissimi, ho vinto trofei importanti e ho conosciuto la donna che sarebbe diventata mia moglie. La nostra casa è sul mare, in Andalusia. Adoro lo stile di vita degli spagnoli. Si divertono con le cose semplici».
3Quante
lingua parla? «Inglese, spagnolo e francese, questo studiato a scuola e affinato con lezioni individuali».
3L’Inghilterra
è il top oggi per un allenatore?
«Le strutture sono fantastiche. La presenza in Premier dei migliori tecnici del mondo ha creato una cultura multietnica. Ho un’idea di calcio e approdare al City mi ha permesso di arricchire le mie conoscenze».
3Che
pensa degli algoritmi? «Credo ai dati, qualcosa ti dicono, ma poi c’è l’occhiometro, come diceva Ulivieri a Coverciano».
3La
differenza fondamentale tra Inghilterra e Italia?
«La cultura. Qui se stai vincendo 2-0, cerchi di segnare il 3°. In Italia se sei 2-0, rallenti. Siamo un Paese conservatore. In tutto, anche nello sport».
3E’
il mantra di Sacchi. «Quando smisi di giocare, la prima cosa che feci fu andare a trovare Sacchi. Passai con lui mezza giornata a parlar di calcio: quell’incontro è una tappa fondamentale della mia vita».
3Foden
è l’uomo del futuro? «Un ragazzo di enorme talento e di forte personalità che ha avuto la fortuna d’incontrare un maestro come Guardiola».
sQuando smisi di giocare, andai a trovare Sacchi: tappa decisiva della vita
Foden ha un enorme talento e una forte personalità e ha avuto la fortuna d’incontrar Guardiola
3’2”