La rinascita dell’Inter nata da un’eliminazione
La via di Conte
Ha una strada certa per la vittoria, Pirlo la sta trovando
Napoli e Roma
Fuori dalla corsa scudetto, troppi alti e bassi per Gattuso
L’Inter, che è una specialista assoluta nel complicarsi la vita, nelle ultime settimane invece è riuscita a semplificarla: via dalla Champions, concentrazione massima sul campionato, difesa difficile da superare come ai bei tempi, attacco efficace. Conclusione: 18 punti in sei partite, 16 gol fatti, appena 5 subiti. Non solo: man mano che la striscia vincente si è rafforzata, la polemica su Eriksen s’è indebolita. Così l’Inter da grande malata d’Italia, ora è guarita e corre per lo scudetto: nel calcio non esiste vaccino più potente del risultato. Il club e Conte sono stati bravi a gestire l’uscita dall’Europa limitando non solo i danni, ma trasformando l’eliminazione in una leva per risollevare la classifica. L’Inter ha una sua strada certa, anche se faticosa, per arrivare a vincere. La Juve la sta trovando. Pirlo ha però una rosa più forte, per questo Conte ha chiesto di adeguare la propria. Lo fece anche l’anno scorso, ma al posto di Vidal arrivò il danese dal Tottenham. Come è andata lo sappiamo. Stavolta il club cercherà di fare il massimo con il minimo a disposizione. Come ripetuto ampiamente la priorità del club è abbassare le spese, prima di trattare qualsivoglia nuovo ingresso.
Insomma: fuori Eriksen e Nainggolan, poi si vede. Tra il 6 gennaio e il 17 la Juve affronterà il Milan, quindi l’Inter. Gli scontri diretti definiscono sempre i rapporti di forza, a maggior ragione stavolta. Niente di conclusivo, per carità, ma di delineato sì.
Napoli e Roma sono uscite dall’orbita scudetto e sarà difficile ci rientrino.
Non tanto per i punti che le hanno allontanate dalle prime tre, quanto per i limiti dimostrati. Manca a entrambe il carattere, che è alla base della continuità di risultati. Stupisce soprattutto il Napoli, perché ha una rosa notevole e anche perché Gattuso la determinazione sa come trasmetterla. Troppi però finora gli alti e bassi: successo travolgente con l’Atalanta e tonfo con il Sassuolo, crollo con il Milan e goleada con la Roma. Non è così che arriva uno scudetto. Con la rimonta prorompente dell’Atalanta, il Napoli dovrà anzi riuscire a tenere una media da Champions: la competizione si annuncia difficile per numero e qualità delle squadre in corsa.
Stesso discorso per la Roma, spesso bella quando non serve.
Il club giallorosso è nel pieno del passaggio alla famiglia Friedkin, che finora ha dato un segno completamente diverso alla propria presidenza rispetto a quello lasciato da Pallotta. Tanto presente in città è l’attuale azionista, quanto distante era il predecessore. Friedkin ha voluto incontrare e conoscere imprenditori, politici, amministratori, dirigenti sportivi, insomma chiunque a Roma non solo conti qualcosa, ma anche possa offrire un punto di vista sulla città, sul calcio, sulla Roma. Così nasce l’ingresso di Stefano Scalera, finora capo di gabinetto del ministro Gualtieri, con un ruolo di responsabilità. L’operazione stadio è ovviamente al centro di questo riassetto che si intreccia con il voto per il sindaco previsto, ma dovrà essere confermato, in primavera. Scalera ha capacità e relazioni, buoni requisiti per rimettere in moto un affare senza il quale la Roma è destinata a non crescere.
L’anno che verrà sarà l’anno delle Olimpiadi.
Il rinvio è stato una dolorosa, tragica necessità. A Tokyo si celebrerà un grande evento sportivo dalla straordinaria forza simbolica per l’intero pianeta. L'Italia da quanto si intravede dai risultati delle varie discipline si presenterà come sempre competitiva e ambiziosa. Sarebbe giusto a questo punto completare la Riforma dello sport, superando i punti di divisione. Non è impossibile.