La Gazzetta dello Sport

Si è riacceso il mago Josip Così l’Atalanta vede la luce

È entrato e ha ribaltato la Roma a suon di colpi di classe La Dea ha sempre svoltato con una sua super gara

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In passato Nel 2018 furono i 3 gol al Chievo, l’anno dopo il 7-1 all’Udinese

Chi ha portato la luce? L’effetto Josip Ilicic sull’Atalanta è spesso quello di un interrutto­re. Quando la Dea viaggia al buio, ecco che a illuminarl­a ci pensa il Prometeo sloveno. Uno che ci mette un po’ ad accendersi, ma quando lo fa abbaglia come pochi. Contro la Roma la banda Gasperini faticava da matti a trovare sbocchi, poi è entrato Josip e come per magia sono arrivati quattro gol in un tempo, tre dei quali rifiniti o chiusi dal suo sinistro fatato. «È stata una partita straordina­ria come poche volte», il commento del Gasp a fine gara. Ma negli ultimi tre anni di Ilicic a Bergamo c’è sempre stato un match «straordina­rio», in cui lo sloveno ha svoltato, facendo cambiare marcia pure all’Atalanta. Se anche quello con la Roma rientrerà in questa categoria lo dirà solo il futuro, ma i segnali sembrano più che buoni: è scattato di nuovo l’interrutto­re Ilicic, basta non spegnerlo di nuovo.

Quella tripletta…

Gasperini lo ha detto senza troppi giri di parole: «Ora sì che ho rivisto il vero Josip». Non era scontato succedesse, perché al buio stavolta era rimasta la sua testa. C’era il rischio di non vederlo più in campo, poi è riapparso a ottobre in Napoli-Atalanta per la prima volta dopo tre mesi. Ma sino a domenica Ilicic non era più quello che aveva scippato il fuoco agli dei del calcio per regalarlo alla sua, di Dea. Il gol al Liverpool un brivido estemporan­eo. Niente a che vedere con i 45’ di dominio tecnico sulla Roma. Gli era già capitato in passato. Nel 201819, per esempio, il suo avvio di stagione fu condiziona­to da una rara infezione. Ilicic tornò in campo, ma fino alla 9a giornata non sembrava lui e l’Atalanta vagava a metà classifica. Zero gol e zero assist per lo sloveno. Poi, ecco una di quelle «partite straordina­rie». Era il 21 ottobre, i nerazzurri giocavano contro il Chievo a Verona e all’improvviso fu la luce: tripletta di Josip, la Dea vinse 5-1. L’incredibil­e rimonta che portò l’Atalanta in Champions League per la prima volta nella sua storia partì da lì. Ilicic non si spense più, chiudendo il campionato con 12 gol e 6 assist.

Le goleade

L’anno dopo non fu molto diverso. A dirla tutta la squadra non partì male come la stagione prima, ma la vera svolta arrivò con un roboante 7-1 all’Udinese al Gewiss Stadium. Fino a quel momento, tra Serie A e coppa, Ilicic aveva segnato solo un gol. La doppietta, impreziosi­ta da un assist, ai friulani inauguraro­no la serie di goleade nerazzurre nel campionato dei 98 gol da record. Cinque reti a Milan e Parma, ancora sette a Torino e Lecce. Josip arrivò sino a quota 15, il suo primato in carriera. E chissà cosa sarebbe stato se la pandemia non avesse fermato la Dea sul più bello, facendo calare la notte nella mente di Ilicic. Perché il giocatore che si rivide per qualche partita al ritorno del calcio a giugno non era di sicuro lo stesso che aveva terrorizza­to Valencia con quattro gol al Mestalla a marzo. Si era spento il fuoco, l’uomo era rimasto al buio, prima ancora che il calciatore. Oggi l’Atalanta e Gasperini sperano si sia riacceso definitiva­mente.Il motivo è semplice: quando scatta l’interrutto­re Ilicic, la Dea s’illumina. E buonanotte alle difese avversarie.

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