La rischiosa scommessa di Preziosi
È
come quando ci si siede al tavolo del Blackjack: a volte ti va bene e fai 21, altre volte chiedi troppo al destino, perdi tutto, esci dal Casinò e, nel mezzo della notte, ti trovi triste, solitario y final. Enrico Preziosi, presidente del Genoa, negli ultimi anni, ha sempre stupito durante le sessioni di mercato, vendendo e comprando con il ritmo forsennato di un mago della Borsa, rivoltando le sue squadre neanche fossero calzini e chiedendo in pratica ai suoi allenatori di adeguarsi a questo vertiginoso tourbillon di
affari. Chi sedeva sulla panchina del Genoa in estate sapeva già che a gennaio avrebbe avuto un gruppo di giocatori completamente diverso: come due campionati in uno. La scommessa aveva sempre portato buoni risultati: salvezza raggiunta, anche se a volte con qualche patema, plusvalenze garantite, bilancio in ordine. Tra il mercato estivo e quello invernale Preziosi ha messo insieme una cinquantina di operazioni: acquisti, cessioni, prestiti e via dicendo. E ha cambiato tre allenatori: Andreazzoli, Thiago Motta e, adesso, Davide Nicola. I risultati, però, dicono che tanto affannarsi è servito a poco perché il Grifo, oggi, è terz’ultimo in classifica e la retrocessione è un fantasma che agita le notti dei tifosi. D’altronde, quando ci si siede al tavolo del Blackjack, si sa che prima o poi il banco presenta il conto. Ci sono ancora 7 partite per rimediare, e non sono poche. A patto che l’interventismo in sede di trattative si trasformi adesso in energia sul campo. Sennò a che serve affannarsi tanto a comprare e vendere?