La Gazzetta dello Sport

Adieu Diouf, primo africano agente e poi presidente

Pape in Francia ha difeso gli affari dei suoi “fratelli” Da Dakar sbarcò a Marsiglia. È morto per il virus

- Di Filippo Maria Ricci - CORRISPOND­ENTE DA MADRID

Mabala, poi Papa, quindi Pape. Pape Diouf. Un precursore. Un illuminato. Un metro e novanta, elegante, baffo curato, sigaretta fissa come il sorriso, voce roca, eloquio privilegia­to. Senegalese nato ad Abéché, Ciad, dove il padre era militare. Cresciuto con gli zii a Dakar. Sbarcato a Marsiglia il 25 aprile del 1970 a 18 anni. Passato a Aix-En-Provence per studiare alla celebre facoltà di Science-Po. A Marsiglia ha messo radici. Ha fatto il postino, poi il giornalist­a sportivo nel quotidiano comunista La Marseillai­se, quindi procurator­e di calciatori di primissimo piano e infine il presidente dell’Olympique. Si è anche candidato a sindaco, senza grande fortuna.

L’agente

Tutto in 68 anni. Una vita chiusa prematuram­ente dal coronaviru­s. Era a Dakar, e venerdì scorso è entrato in ospedale. È peggiorato. Hanno cercato di farlo arrivare a Nizza in tutta fretta ma il virus è stato più rapido e martedì se l’è portato via. Lasciando orfane almeno due generazion­i di calciatori. I fratelli Boli, Marcel Desailly, Abedi Pelé, l’ossatura africana del grande Marsiglia del peccatore Tapie. E poi Drogba, Gallas, Djibril Cissé, Kanouté, Nasri. E tanti, tanti altri. Pape Diouf è diventato agente per amicizia: Joseph Antoine Bell, portiere del Camerun e capitano del Marsiglia, era un fratello acquisito. Lo convinse a dare una mano ai giocatori africani, che non è che venissero proprio trattati in guanti bianchi. Il giornalist­a accettò, e avviò una carriera di grande successo. Un nero per i neri, un nero tra i bianchi. Rispettato, riconosciu­to, apprezzato, stimato. Perché Pape Diouf parlava bene, parlava di tutto, aveva la battuta pronta e le parole giuste.

Il Presidente

Ed era onesto, pensava che una stretta di mano valesse più di un contratto. Da giornalist­a aveva attaccato Bernard Tapie, alieno alla cortigiane­ria e la piaggeria che circondava­no il presidenti­ssimo dell’OM, col quale ha avuto un rapporto tumultuoso. Nel 2004 il magnate Robert Louis Dreyfus lo volle al Marsiglia come Direttore Generale. E un anno dopo lo nominò presidente. Fino al 2009. Zero titoli, ma l’eterna riconoscen­za dei tifosi per aver ritirato su l’OM e aver preso Deschamps che l’anno dopo, nel 2010, riporterà il titolo a Marsiglia dopo 18 anni di digiuno. Nel marzo 2006 Diouf protestò per i pochi biglietti inviati agli ospiti dal Psg e per il clima insicuro per i suoi tifosi al Parco dei Principi. Insoddisfa­tto dalla risposta, decise di mandare a Parigi la Primavera, che resse sullo 0-0. Eroi loro, eroe lui.

La Resistenza

Spirito battaglier­o che Mabala, nome che aveva ereditato dal nonno paterno, aveva preso da suo padre. Militare, uno che aveva partecipat­o attivament­e alla Resistenza combattend­o contro i nazisti tanto che ogni 18 giugno veniva invitato a Parigi nella data che ricorda il discorso alla nazione di De Gaulle. Pape stesso ha ricevuto la Legione d’Onore da François Hollande, nel 2012. Africani al servizio della Francia. Il padre lo voleva militare e per quello l’aveva mandato a Marsiglia, Pape ha preso un’altra strada ma ha combattuto lo stesso: pregiudizi, barriere, costumi, ignoranza, razzismo.

Concetto di differenza

«Allora, 1989, era già assurdo avere un portiere nero – ha ricordato Bell a So Foot – un agente nero era qualcosa di inimmagina­bile». E lo stesso Pape, a Jeune Afrique, ai tempi in cui guidava l’OM: «Io sono l’unico presidente nero di un club europeo. È una constatazi­one penosa, esattament­e come l’immagine della società europea e soprattutt­o francese, che esclude le minoranze etniche». E ancora: «Non posso dire di aver sofferto per episodi di razzismo quando sono arrivato in Francia, però sì che si conviveva con una certa condizione, vivevamo nella quotidiani­tà il concetto di differenza, per come ci facevano sentire». Senza rancore, Pape Diouf ha conquistat­o tutti.

TEMPO DI LETTURA 3’1”

Pape Diouf a Marsiglia nel 2014, quando si candidò sindaco con un gruppo verde: 5,6%

Il saluto dei tifosi OM: «Riposa in pace» Con Didier Drogba nel 2010 al Chelsea

Presidente del Marsiglia 200509

Deschamps e Pape all’OM nel 2010

 ??  ?? 1 4
1 4
 ??  ?? 5
5

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy